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Covid, sospesa la pensione ai medici volontari: «È complicato anche dare una mano»

Ad accendere i riflettori su quanto sta accadendo a livello nazionale è Stefano Mancini, ex dirigente della Clinica Chirurgica di Torrette. Ecco cosa accade ai medici che rientrano in servizio per dare una mano

Immagine di repertorio

ANCONA – «Diventa complicato anche dare una mano». È lo sfogo di Stefano Mancini, ex dirigente della Clinica Chirurgica di Torrette, che accende i riflettori sulla sospensione della pensione che scatta nei confronti dei medici che decidono di mettersi a disposizione per aiutare nella campagna vaccinale contro il covid-19.

Un’amara sorpresa per i tanti medici italiani in pensione, che erano pronti a scendere di nuovo in campo rispondendo alle richieste giunte da Regioni, Autorità Sanitarie locali, distretti e pubbliche amministrazioni che avevano invocato un rientro in servizio dei medici a riposo per la gestione della pandemia.

Il medico originario di Macerata e residente a Civitanova Marche, in pensione dal luglio dell’anno scorso, ci racconta che a causa di un emendamento al decreto legge introdotto il 12 marzo 2021, è prevista la sospensione della pensione per i medici “richiamati” in servizio per vaccinare.

Stefano Mancini, chirurgo in pensione

Una norma nazionale conflittuale, come fa notare, perché se da un lato prevede che durante l’emergenza covid le aziende sanitarie e socio-sanitarie possano conferire incarichi remunerati ai medici in pensione, dall’altro lato la stessa stabilisce anche che il trattamento previdenziale, ovvero la pensione, non venga erogato per le mensilità in cui l’incarico è retribuito.

Insomma un medico in quiescenza che decide di voler dare una mano al Servizio Sanitario regionale, non può farlo perché perde la pensione vista l′impossibilità di cumulare i redditi: oltretutto la remunerazione offerta per eseguire le vaccinazioni contro il covid non è neanche lontanamente paragonabile ai contributi versati dopo 40 anni di attività lavorativa.

Mancini, segretario regionale vicario e membro della direzione nazionale del sindacato Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) punta il dito contro i «cavilli che impediscono nel concreto o dissuadono le persone a farsi avanti». Il rischio è quello che tanti medici volenterosi alla fine «lascino perdere» spinti dal «danno economico» che ne ricaverebbero per la sospensione della pensione e dalla complessità di «stare dietro a decreti, emendamenti e leggi» con norme che stridono l’una contro l’altra.

L’altro nodo sul tavolo, è quello del task shifting, ovvero l’attribuzione di mansioni proprie dei medici, in questo caso quella di vaccinatore, ad altre figure professionali che seppur «rispettabilissime» non hanno quel bagaglio di conoscenze che possano mettere al riparo da eventuali rischi. «Si vogliono fare leggi speciali per la pandemia – afferma -, ma poi non si cerca di facilitare le persone che hanno fatto un certo tipo di lavoro per 40 anni e questo scoraggia dal farsi avanti».

E in questo senso diventa complicato anche voler tornare in campo per contribuire ad accelerare la campagna vaccinale e sconfiggere finalmente il covid che ha fatto oltre 100mila morti in Italia, mettendo in crisi l’economia mondiale. Ma il dottor Mancini non ci sta a rimanere con le mani in mano, tanto è il desiderio di dare il suo contributo nella lotta al virus e spiega che aderirà al bando dell’Area Vasta 3 per medici volontari.

«Solo come volontari possiamo dare il nostro contributo in questa emergenza, ma lo possono fare solo quei medici che hanno sottoscritto una propria assicurazione contro i rischi» spiega, facendo notare che contribuire alla campagna vaccinale in maniera gratuita è la leva che spinge «chi vuole fare veramente il volontario».

Stefano Mancini e Antonello Maraldo

Critico sull′emendamento alla legge 2/2021 che ha introdotto il divieto di cumulo dei redditi, il direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti di Ancona, Antonello Maraldo: «Una norma che rappresenta un grave danno al sistema sanitario nazionale nel momento in cui c′è bisogno di tutti».

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