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Vaccine day, Saltamartini: «Momento storico. Siamo molto ottimisti per il futuro» – VIDEO

L'assessore alla Sanità e il direttore generale dell'Inrca di Ancona: «Cominciamo a vedere la fine di un percorso importante». Con loro il primo vaccinato della regione, il dottor Adolfo Pansoni, primario del Pronto Soccorso di Osimo

Da sinistra l'assessore Saltamartini, il primo medico vaccinato Adolfo Pansoni e il direttore generale dell'Inrca di Ancona Gianni Genga

ANCONA – «È un momento storico perché cominciamo a vedere la fine di un percorso importante, un percorso che comincia oggi e che si perfeziona nel mese di gennaio, quando arriveranno 38 mila vaccini per tutto il personale sanitario». Sono le parole pronunciate dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini all’Inrca di Ancona, nei momenti successivi alla prima somministrazione del vaccino contro il covid-19 della casa farmaceutica americana Pfizer-Biontech.

Il primo medico nelle Marche a ricevere il vaccino è stato il dottor Adolfo Pansoni, primario del Pronto Soccorso di Osimo al quale è stata iniettata la prima dose alle 10.06 di questa mattina domenica 27 dicembre, in occasione del Vaccine-Day, la data fissata per la partenza europea della più importante campagna vaccinale della storia. L’assessore sollecitato dai giornalisti ha spiegato che «arriveranno altre centinaia di migliaia di vaccini nei primi di marzo e aprile e contiamo verso settembre di vaccinare metà della popolazione marchigiana» circa 700 mila marchigiani.

«Siamo molto ottimisti nel futuro – prosegue -, nel senso che siamo in grado di contrastare questa epidemia. Come sapete abbiamo aumentato notevolmente lo screening e quindi l’accertamento dei positivi asintomatici e l’organizzazione che abbiamo testato servirà per la somministrazione dei vaccini – ha dichiarato riferendosi allo screening di massa che ha ripreso avvio proprio nella giornata di oggi al PalaIndoor di Ancona, dopo la prima fase svolta dal 18 al 23 dicembre in 6 città delle Marche (Ancona, Pesaro, Urbino, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno) -. Se ce li fornirà lo Stato saremo in grado di allargare la platea della vaccinazione ad una fascia notevole della nostra popolazione per raggiungere l’immunità di gregge che si raggiunge, come sappiamo, quando avremo vaccinato il 70% dei nostri concittadini».

Al centro il primo vaccinato delle Marche, il primario del Pronto Soccorso di Osimo, Adolfo Pansoni, a sinistra l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, a destra il direttore generale dell’Inrca di Ancona Gianni Genga

I numeri delle dosi complessivamente destinate alle Marche «ancora non si conoscono» ha detto l’assessore, spiegando che «c’è stato semplicemente detto di organizzarci per vaccinare entro settembre la metà della popolazione». Su quella che potrà essere l’adesione da parte dei sanitari, Saltamartini ha precisato che al momento «è a macchia di leopardo».

«Finora c’è un’adesione che va dal 40 al 70-80% – spiega -: speriamo che il numero aumenti considerevolmente perché evidentemente ha un effetto immagine, un effetto su tutti i cittadini se il personale sanitario si vaccinerà in numero adeguato e proporzionato al numero dei dipendenti».

«Viviamo in una democrazia – prosegue – e sappiamo dalla nostra storia che di assoluto non c’è nulla e quindi è legittimo anche il dissenso espresso sia dagli operatori che dai comuni cittadini». L’assessore ha poi rivolto un appello alla popolazione, ad aderire alla campagna vaccinale per scrivere la parola fine nel capitolo pandemia: «Dobbiamo avere fiducia nella scienza, naturalmente sono aperte tutte le analisi critiche nei riguardi dei possibili effetti che il vaccino potrà determinare» ha detto, ricordando che «nei prossimi giorni arriverà anche la vaccinazione dell’altro test, quello della Moderna». Saltamartini ha rimarcato i progressi compiuti dalla scienza che «in un anno è riuscita a produrre questo vaccino», mentre parlando del vaccino cinese ha detto che «non si conosce nulla» aggiungendo «io ho fiducia nei vaccini dei paesi democratici, perché garantiscono evidentemente un approfondimento delle tecniche di controllo»: per questo »dobbiamo essere ottimisti e fiduciosi nel futuro».

Lo stesso Saltamartini si è detto pronto alla somministrazione: «Sono pronto a vaccinarmi anche oggi stesso, ma non vorrei che questo apparisse come un privilegio, quindi aspetto che l’Asur mi chiami quando sarà il mio tempo e il mio tempo sarà nei primi mesi di marzo, quando sarà vaccinata la popolazione con più di 60 anni di età». L’attesissima campagna vaccinale, che ha preso avvio in maniera simbolica in tutte le regioni italiane si è svolta in contemporanea nei paesi membri dell’Unione Europea. Duecento le dosi di vaccino della casa farmaceutica americana Pfizer-Biontech giunte questa mattina alle 8 all’Inrca di Ancona scortate dai militari dalle pattuglie dei Carabinieri e della Polizia di Stato, dopo essere atterrate all’aeroporto di Falconara Marittima provenienti da Pratica di Mare.

Gli operatori sanitari dell’Inrca nei momenti successivi alla vaccinazione

Il direttore generale dell’Inrca di Ancona, Gianni Genga, ha sottolineato lo «sforzo corale» per l’organizzazione del Vaccine Day, ha ringraziato le forze dell’ordine che hanno scortato le dosi e il dottore Adolfo Pansoni, primo vaccinato nelle Marche al quale si aggiunge in Italia un altro dipendente dell’Inrca, la dottoressa Elisabetti Cemmi, la prima ad essere vaccinata in Lombardia: la dottoressa è coordinatrice del reparto di Penumologia della sede di Casatenovo a Merate. «Dopo 10 mesi difficilissimi e complicatissimi, con una pandemia che ha rischiato di stravolgere il sistema sanitario nel suo complesso – ha detto – anche nella nostra regione con un impatto straordinario, oggi è un momento di speranza, perché il vaccino cambia la prospettiva in maniera importante». Poi ha sottolineato l’importanza di raggiungere «una percentuale di popolazione importante» e ha rivolto un pensiero a tutti i cittadini che «hanno vissuto momenti drammatici» di malattia e lutto.

All’ospedale di via della Montagnola le hanno subito depositate nell’ultracongelatore a meno 80 gradi, prima di smistarle agli altri 9 centri marchigiani dove si è svolta la vaccinazione somministrata a medici, infermieri e assistenti sanitari: nell’Anconetano le sedi coinvolte sono state l’ospedale Inrca di Ancona e la Residenza dorica collegata, l’ospedale regionale di Torrette, il Carlo Urbani di Jesi e la Rsa di Arcevia. Poi sono stati interessati dall’operazione gli ospedali di Pesaro e Urbino, il Murri di Fermo e il Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, oltre all’ospedale di San Severino Marche.

Le dosi assegnate all’Inrca di Ancona erano complessivamente 15, le altre sono state distribuite 35 a Torrette, 15 all’ospedale di Urbino, 15 a quello di Jesi, 40 alla Rsa di Arcevia, 15 all’ospedale di San Severino Marche, 10 in quello di Fermo, 15 in quello di San Benedetto del Tronto, 20 all’azienda Marche Nord di Pesaro e 20 alla Rsa Residenza Dorica collegata all’Inrca.

Adolfo Pansoni, primario del Pronto Soccorso di Osimo

Il primo medico vaccinato nelle Marche, il dottor Adolfo Pansoni, nei minuti successivi alla somministrazione della dose ha dichiarato «mi sento bene, non ho sentito alcun dolore» e si è detto orgoglioso e «onorato di essere stato uno dei primi a iniziare questo percorso, che spero e credo ci aiuterà a sconfiggere definitivamente questo virus». Il medico 57enne anconetano, primario al Pronto Soccorso dell’Inrca di Osimo, ha dedicato il vaccino a Carlo Urbani, il medico di Castlplanio, che per primo nel 2002 aveva individuato il virus di tipo uno responsabile della pandemia.

Il dottor Pansoni durante la vaccinazione

Il medico ha descritto la vaccinazione come una «normale puntura, assolutamente indolore» e ha spiegato di «aver già fatto la vaccinazione anti-influenzale» e che sottoporsi al vaccino contro il covid «è stato completamente uguale». Sollecitato dai giornalisti se fosse opportuna l’obbligatorietà del vaccino per i sanitari, il dottor Pansoni si è espresso contrariamente a questa ipotesi spiegando: «ho pieno rispetto per chi ha dei dubbi o è contrario, ognuno può liberamente scegliere. Speriamo che con il passare dei mesi, piano piano e man mano che questa campagna di vaccinazione prende campo, magari chi è ancora in dubbio possa decidersi a fare la vaccinazione. Però no, nessun obbligo».

Una questione sulla quale si è espresso anche l’assessore alla Sanità Saltamartini: «Mentre per i comuni cittadini non è obbligatorio sottoporsi al vaccino, secondo l’articolo 32 della Costituzione, e non ci potranno essere norme coattive», indicazione che nasce a livello europeo, «per quanto riguarda il personale sanitario sorgerà un problema per l’interpretazione di norme che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro, che impongono ai datori di lavoro di garantirla». Un tema delicato su cui verterà il dibattito già nei prossimi giorni.

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