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Ucraina, Don Mihajlo Korceba: «La forza non si esprime solo con la violenza, ma anche con la diplomazia e le sanzioni»

Il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo di Ancona e guida della comunità ucraina nel capoluogo dorico, parla dell'emergenza umanitaria che vedrà nelle prossime ore l'arrivo in città di due mamme con i figli

Don Mihajlo Korceba, sacerdote della parrocchia San Paolo Apostolo di Ancona

ANCONA – «Se sarei andato a combattere nel mio paese se non fossi stato un sacerdote? Difficile dirlo, ma sicuramente avrei fatto tutto quello che si può fare. Anche se sono sacerdote, penso che quando c’è la guerra, bisogna anche combattere, è vero, ma non è l’unica arma, quella “materiale”, ce ne sono anche altre che possono funzionare e che funzionano». A parlare è Don Mihajlo Korceba, parroco della Chiesa di San Paolo Apostolo di Ancona e guida della comunità ucraina nel capoluogo. Il sacerdote in Italia ormai da 30 anni, ma originario dell’Ucraina, parla dell’emergenza umanitaria che si è scatenata in seguito all’attacco militare russo.

Parlando dell’utilità delle sanzioni impartite dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti alla Russia, afferma «devono essere fatte. L’uso della forza non comprende solo la violenza, ma anche tante altre modalità, come la diplomazia, il dialogo, e le sanzioni economiche, che hanno una loro utilità, anche se alla fine purtroppo ne soffriranno più i russi, ma alla fine anche loro devono fare la loro parte e uscire da questo governo – dittatura, prima lo capiscono e meglio sarà per loro».

Il materiale raccolto nella parrocchia di Don Mihajlo Korceba

Il parroco nei giorni scorsi aveva lanciato una raccolta di materiale da inviare in Ucraina, tra indumenti, coperte e medicinali, un appello al quale gli anconetani hanno risposto «con grande generosità», tanto da aver per ora saturato ogni possibilità di ricevere altri beni: intanto i primi furgoni sono già partiti per la consegna nel Paese di quanto raccolto.

Il parroco si dice addolorato per la situazione in Ucraina. Nel solo capoluogo vivono 500 ucraini, molti di loro si sono resi disponibili ad accogliere eventuali profughi in arrivo dal paese martoriato dal conflitto. Intanto già nelle prossime ore due mamme con 5 bambini giungeranno in città. «Anche alcune famiglie di Ancona hanno dato disponibilità all’accoglienza – spiega – c’è grande solidarietà in questo momento, e nei prossimi giorni gli arrivi potrebbero aumentare. Anche le istituzioni civili e religiose si sono dette disponibili ad accogliere».

Domenica la comunità ucraina di Ancona si è riunita nella chiesa di San Francesco d’Assisi per chiedere la fine della guerra e per pregare per la pace. Una funzione a cui ha preso parte anche l’arcivescovo di Ancona Osimo Monsignor Angelo Spina che ha presieduto la celebrazione eucaristica secondo il rito bizantino ucraino, insieme a don Mihajlo Korceba e ad altri sacerdoti dell’Arcidiocesi. Giovedì nella Chiesa dei Salesiani, alle ore 21, ci sarà un nuovo incontro di preghiera per la pace.

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