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Ancona, ospedale di Torrette: cresce l’area Cov 4 per l’aumento di positivi in arrivo al Pronto Soccorso

Il cambio di assetto è scaturito dall'incremento dei pazienti affetti dal virus che si attestano mediamente intorno ai 12-13 casi al giorno nell'ultima settimana. Il punto con la dottoressa Contucci e il direttore generale Caporossi

ANCONA – Con il rialzo dei contagi da covid-19 in provincia di Ancona e l’escalation di accessi al Pronto Soccorso, la direzione degli Ospedali Riuniti ha deliberato l’allestimento di 12 posti letto in più nell’area Cov 4, ubicata al quinto piano dell’ospedale di Torrette. Per potenziare le degenze covid però i vertici ospedalieri hanno dovuto procedere al taglio di 18 posti letto di area chirurgica, modificando il piano aziendale per la garanzia della continuità assistenziale. Un provvedimento che evita l’apertura di una nuova area covid che avrebbe comportato l’impiego di maggiori risorse sul fronte del personale.

Una iniziativa scaturita in seguito al verbale emerso nel corso del vertice del gruppo esecutivo di crisi (Gec) riunitosi l’11 febbraio (con la partecipazione del direttore generale Michele Caporossi, del direttore amministrativo Antonello Maraldo, del direttore sanitario Adolfo Pasqualucci e di un gruppo di primari) per affrontare la situazione di criticità sul fronte degli accessi al Pronto Soccorso, che a quella data aveva oltre 60 pazienti in attesa da più di 60 ore e 22 positivi da sistemare all’interno dell’ospedale con i posti letto covid già pieni.

«Con l’allargamento in corso del Cov 4 a 36 posti raggiungiamo una dotazione complessiva su 120 letti con un sacrificio in area chirurgica dovuto alla necessità di reperire risorse infermieristiche già formate per tale bisogno – afferma il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi – . Dopo un lungo plateau che dura da ottobre, oggi la pressione sul pronto soccorso si è resa più tangibile per covid ma anche per eventi acuti e traumatici dipendenti da altre patologie. I nostri operatori continuano a dare risposte compiute ed efficaci nonostante la dura e prolungata prova che ormai dura da quasi un anno. A loro va la gratitudine, la stima e la considerazione massima di questa direzione aziendale a nome di tutta la comunità regionale. Non abbiamo mai mollato e continueremo a lavorare senza risparmio di energie. Alla coscienza dei cittadini tutti – conclude -, come sempre il rispetto attento delle regole e comportamenti consoni al perdurare di una drammatica pandemia».

In pratica all’interno della struttura ospedaliera le degenze nell’area Cov 4 passano da 24 a 36 e i posti in chirurgia vengono rimodulati. In base al nuovo assetto la Chirurgia Clinica passa da 28 letti a 20, la Chirurgia Epatobiliare va da 14 a 10, l’Otorino da 4 a 2 letti, l’Odontostomatologia da 3 a 1, la Clinica di Neurochirurgia da 12 letti a 10 e la Divisione di Neurochirurgia da 8 a 7. Una operazione che consente di “recuperare” 13 infermieri e 4 oss, mentre per aprire un reparto covid sarebbero stati necessari 14 infermieri e 6 oss.

«Da sabato 6 febbraio è stato un crescendo continuo degli accessi di pazienti positivi al virus» afferma la dottoressa Susanna Contucci, primario facente funzione del Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Ancona, sottolineando che mediamente nell’ultima settimana al Pronto Soccorso erano presenti una ventina di pazienti positivi al virus in attesa di ricovero, ospitati presso l’Obi, ovvero l’area di osservazione breve intensiva trasformata in zona covid.

Nell’ultima settimana al triage del Pronto Soccorso di Torrette arrivano mediamente intorno ai 12-13 pazienti positivi al giorno «con un incremento del 60-70%» rispetto ai primi di febbraio osserva la dottoressa Contucci. «Dopo il secondo picco della pandemia che avevano avuto tra ottobre e novembre – prosegue – , la situazione si era stabilizzata e le cose andavano meglio, ma ora è come se fossimo entrati in una fase diversa».

La dottoressa spiega di aver constatato un cambiamento nelle caratteristiche delle persone affette dal virus che arrivano nel punto di primo intervento: se prima i pazienti erano per lo più anziani con una età media intorno agli 80 anni, provenienti soprattutto dalle case di riposo, negli ultimi 10 giorni al Pronto Soccorso si è registrata una «progressiva riduzione dell’età media» dei positivi che arrivano «con quadri clinici più aggressivi e che tendono a deteriorarsi più rapidamente» spiega.

Il primario chiarisce che alcuni di questi pazienti positivi sono anche giovani che arrivano con i classici sintomi dell’infezione, come tosse e febbre, ma che nel giro di qualche giorno registrano un peggioramento delle condizioni di salute. Sulle cause del nuovo quadro epidemico la dottoressa afferma che sia «possibile» il coinvolgimento delle varianti del virus «alcune già identificate» nelle Marche.

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