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Il Tar sospende la caccia a pavoncella, moriglione e combattente

Le tre specie di uccelli in declino a livello europeo non saranno più oggetto di attività venatoria. Esulta la Lac che aveva presentato ricorso. Baldini: «È un'importante affermazione della legalità»

Caccia (Foto di jacqueline macou da Pixabay)

ANCONA – Pavoncella, moriglione e combattente non verranno più cacciati nelle Marche. Lo ha stabilito il Tar che ha accolto il ricorso presentato dalla Lac, Lega per l’Abolizione della Caccia. Sospesa dunque la caccia a queste specie di uccelli, che versano in una condizione di forte declino e precario stato di conservazione a livello europeo.

Già dalla scorsa stagione venatoria, sia l’Unione Europea che il Ministero dell’Ambiente avevano raccomandato a tutte le regioni italiane di togliere moriglione e pavoncella dai loro carnieri, ma molte erano andate per contro proprio, incluse le Marche che avevano ignorato questa indicazione.

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha invece rimandato al 21 ottobre la decisione sulla prosecuzione della stagione venatoria anche nel mese di febbraio e sull’addestramento dei cani da caccia, inclusi nel ricorso presentato dall’associazione animalista e ambientalista.

«È una importante affermazione della legalità in ambito venatorio anche qui nelle Marche – commenta Danilo Baldini, delegato Lac Marche -, perché in quasi tutte le altre regioni italiane i rispettivi Tar avevano accolto identici ricorsi per la sospensione della caccia al moriglione e alla pavoncella, presentati dalla Lac e dalle altre associazioni ambientaliste. Ormai restavano solo le Marche come “zona franca” per le doppiette e questo per noi della Lac era un motivo inaccettabile, una questione di principio. Oltretutto – prosegue – il risultato non era per niente scontato, in quanto solo l’anno scorso, per l’identica richiesta di sospensiva, il Tar  Marche aveva rigettato il nostro ricorso. È stata quindi una specie di “scommessa”, anche personale, perché come delegato Lac per le Marche ho sempre creduto invece che alla fine il Tribunale Amministrativo Regionale ci avrebbe dato ragione, e così è stato. Dispiace solo che le altre associazioni ambientaliste ed animaliste marchigiane, con cui solitamente facciamo insieme ricorso, dividendoci anche le spese legali, stavolta non abbiano avuto lo stesso “coraggio” e determinazione. Sarà per la prossima battaglia».

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