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Superiori ai nastri di partenza, il Galilei di Ancona non dimezza le classi. Parola alla preside

L'Istituto, spiega Annarita Durantini, dimezzerà la popolazione studentesca complessiva e non quella delle singole classi. Carlo Sdogati, studente del Rinaldini: «Non si tornerà alla normalità»

Il liceo scientifico Galileo Galilei di Ancona

ANCONA – Le lezioni al Liceo Scientifico Galilei di Ancona da lunedì 25 gennaio riprenderanno in presenza per il 50% degli studenti dell’istituto e non con la metà delle classi. Alcuni presidi non ci stanno a dimezzare le classi e intendono riaprire con la stessa pianta organizzativa adottata a settembre, in occasione della ritorno in aula in base ai protocolli definiti a livello nazionale.

Nell’ordinanza regionale siglata il 20 gennaio, con cui è stato stabilito il rientro a scuola al 50% da lunedì 25 gennaio, il governatore Francesco Acquaroli aveva inserito la raccomandazione «che questa percentuale sia calcolata in base al numero degli alunni delle singole classi e non soltanto dell’intero istituto scolastico». Una raccomandazione, non un obbligo, impartito dalla Regione per limitare la circolazione del virus, che però suscita alcune perplessità nel mondo scolastico.

Annarita Durantini, preside del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Ancona spiega che «l’organizzazione didattica con il 50% delle classi in presenza è complessa»: per questo ha deciso di optare per il dimezzamento degli studenti dell’istituto. Da lunedì 25 gennaio le lezioni riprenderanno dunque per 490 dei 980 studenti dell’istituto. La dirigente si dice contraria a dividere le classi perché si tratta di un sistema che andrebbe a «rivoluzionare l’approccio didattico» dato che nella stessa ora di lezione «non può esserci lo sdoppiamento dei docenti».

«A settembre abbiamo potuto iniziare con il 100% degli studenti in presenza perché nel periodo estivo ci eravamo organizzati per farlo – spiega – ora se riuscivamo a garantire sicurezza e distanziamento con tutti gli studenti della scuola in presenza, ora è ancora più semplice farlo con il 50%».

La dirigente spiega che il problema «non è l’ampiezza delle aule», perché dimezzando la presenza del numero complessivo degli studenti la questione sarebbe già di per se risolta, il nodo risiede piuttosto «nei trasporti». «Lunedì riapriamo con l’istituto dimezzato mantenendo tutta l’organizzazione già adottata a settembre quando avevamo tutti gli alunni in presenza»: ingressi e uscite scaglionati, scale separate, orari e intervalli separati, sanificazione delle aule. «Funzionava quando eravamo quasi mille, figuriamoci in 500» conclude.

Carlo Sdogati

Intanto si preparano gli studenti per il rientro in classe. Carlo Sdogati, studente del Liceo Classico Rinaldini si dice «contento per il ritorno a scuola» anche se evidenzia che «non si tornerà alla normalità» che c’era prima della pandemia. Secondo il liceale «le misure e i comportamenti adottati per limitare il rischio di contagio resteranno dentro le persone».

Lo studente ritiene che in questo primo periodo di rientro in classe ci sarà una sorta di adattamento «necessario per riprendere confidenza con la realtà della scuola».

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