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Stop alla pesca di cozze e vongole e prezzo del pesce giù del 30%: i contraccolpi del maltempo preoccupano armatori e vongolari

Il maltempo ha trascinato detriti in mare dove sono defluite le acque dei fiumi ingrossati e la pesca di cozze e vongole si ferma in attesa dell'esito delle analisi. Mondo della pesca in difficoltà

Vongolara (immagine Wikipedia)

ANCONA – L’ondata di maltempo che ha investito le Marcha sta avendo i suoi contraccolpi negativi anche sul mondo della pesca, che dopo aver attraversato un anno molto complesso a causa dei rincari di carburante, ora si trova alle prese con il crollo del prezzo del pesce all’ingrosso.

Inoltre, per due settimane da oggi è stata chiusa la pesca alle cozze e alle vongole, a causa dei detriti trasportati dalla piena dei fiumi fino al mare. L’avviso della Capitaneria di Porto di Ancona è arrivato ieri agli armatori: fra due settimane saranno eseguite nuove analisi in base all’esito delle quali si deciderà se riaprire o meno la pesca alle cozze e alle vongole.

Apollinare Lazzari, presidente della Cooperativa Pescatori di Ancona

Intanto però a preoccupare il mondo della pesca è il crollo del prezzo del pesce spiega Apollinare Lazzari della cooperativa dei produttori di Ancona: «Il prezzo del pesce è calato di un 30% circa perché a causa delle strade chiuse gli acquirenti del Nord Italia non arrivano o arrivano in misura ridotta. Inoltre, a causa del maltempo e del mare grosso la scorsa settimana abbiamo potuto pescare solo per due giorni anziché per tre».

Lazzari spiega anche che «occorre prestare attenzione durante la navigazione perché al largo si possono incontrare grandi tronchi di alberi trascinati in mare dai fiumi. Insomma, ci sono delle difficoltà, speriamo che il tempo migliori». La domanda di pesce e di conseguenza il prezzo, osserva, si è abbassato anche perché «molti ristoranti della costa dell’Emilia Romagna sono chiusi e quindi c’è una importante flessione».

Critica la situazione per i vongolari. «Eravamo già fermi da una settimana a causa del maltempo e del mare mosso – spiega Domenico Lepretti presidente del Cogevo – chiederemo al ministero di considerare queste due settimane di fermo come fermo tecnico, ma la situazione resta complicatissima perché quest’anno abbiamo lavorato molto poco e metà anno se n’è già quasi andato: a gennaio abbiamo fatto un fermo alternativo per la scarsa richiesta di prodotto ittico, a febbraio non abbiamo quasi lavorato e a marzo e aprile si è lavorato poco, adesso con l’alluvione la situazione si complica ulteriormente perché possiamo pescare solo in acque in classe A o in classe B se stabulate. Per le analisi relative alla Salmonella serviranno almeno cinque giorni e la richiesta del mercato è altalenante, è un anno anomalo».

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