Attualità

Nelle Marche via alla sperimentazione 4+2, Rossini (Anp): «Condensazione materie non diventi criticità per obiettivi formativi»

Due le scuole in cui partirà il nuovo modello formativo. «È necessario cambiare metodologia didattica in modo da commisurarla alle esigenze di contrazione del tempo scuola»

Riccardo Rossini
Riccardo Rossini, presidente ANP Marche, Associazione Nazionale Presidi

ANCONA – Attivato anche nelle Marche il nuovo modello di formazione tecnica e professionale cosiddetto 4+2. Nella regione sono due gli istituti che hanno aderito alla sperimentazione, uno a San Benedetto del Tronto e un altro a Porto Sant’Elpidio. In pratica il modello varato dal governo nel dicembre 2023 prevede quattro anni di formazione superiore e un successivo biennio, facoltativo, da frequentare presso gli Its.

L’obiettivo è quello di consentire l’integrazione tra formazione tecnica e professionale secondaria e Its, mettendo il sistema formativo in rete con imprese e professionisti. La sperimentazione prevede anche il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e la presenza di docenti provenienti dalle imprese, in modo da creare un collegamento tra scuola e mondo del lavoro.

Le scuole in cui parte la nuova filiera formativa sono la paritaria Loviss di San Benedetto del Tronto e l’Istituto di Istruzione Superiore Secondario Carlo Urbani di Porto Sant’Elpidio. «Plaudo alla sperimentazione di una nuova metodologia didattica – dice Riccardo Rossini, presidente dei presidi marchigiani (ANP) – poi bisognerà valutare le ricadute del nuovo modello formativo tecnologico professionale in termini di obiettivi formativi raggiunti».

Rossini evidenzia la «condensazione delle materie del percorso di studi che da cinque anni si riduce a quattro», una riduzione che «non deve diventare una criticità dal punto di vista delle competenze formative raggiunte dagli studenti». Secondo il presidente dei presidi marchigiani per evitare che una opportunità rischi di non centrare tutti gli obiettivi formativi in termini di competenze, le scuole devono sperimentare nuovi modelli didattici.

«È necessario cambiare metodologia didattica – prosegue – in modo da commisurarla alle esigenze di contrazione del tempo scuola. Gli istituti – aggiunge – sapranno trovare una loro metodologia, l’importante è che di pari passo alla condensazione delle materie ci sia un cambiamento qualitativo della didattica per compensare l’anno in meno di formazione scolastica».

Ti potrebbero interessare