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Lavoro e imprenditorialità con Situm, la Scuola di Innovazione Marche Umbria. Gregori: «Territorio fattore competitivo»

Le università di Ancona e di Perugia, insieme alle Camere di Commercio marchigiana e umbra, hanno dato vita al progetto destinato a creare occupazione giovanile e impresa

Un momento della presentazione del progetto Situm

ANCONA – Favorire lo sviluppo del territorio attraverso la creazione di lavoro e imprenditorialità, per dare concretezza alla terza missione dell’Università. Sono gli obiettivi di Situm, Scuola di Innovazione Territoriale Umbria Marche nata dall’unione dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Università degli Studi di Perugia, dalla Camera di Commercio delle Marche e da Camera di Commercio dell’Umbria.

La rete di alta formazione, collegata ai gruppi di imprenditori delle due regioni, è stata illustrata questa mattina in videoconferenza alla presenza dei due rettori delle università, Gian Luca Gregori (Università Politecnica delle Marche), Maurizio Oliviero (Università degli Studi di Perugia), dei presidente delle Camere di Commercio, Gino Sabatini (Camera di Commercio delle Marche) e Giorgio Mencaroni (Camera di Commercio dell’Umbria).

L’obiettivo di Situm è quello di intercettare le competenze richieste dal mercato del lavoro, creando percorsi di formazione ad hoc, flessibili e aperti a tutti gli studenti, per ampliare le opportunità di impiego e stimolare l’imprenditorialità giovanile. Una iniziativa fondamentale anche per il mondo delle imprese che in questo modo potranno beneficiare di personale specializzato.

Il rettore di Univpm Gian Luca Gregori (immagine di repertorio)

Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori ha sottolineato che il progetto «mette al centro il territorio con l’obiettivo di valorizzarlo come fattore competitivo» e di contrastare le  principali criticità che lo affliggono: fra queste ha annoverato lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, con aree della regione dove gli indici mostrano che gli anziani sono presenti «quattro volte in più rispetto ai giovani». Poi il tema della cosiddetta “fuga dei cervelli” con i neo laureati «che abbandonano le nostre aree». Un nodo per il quale il rettore ha tracciato due linee strategiche «una di mantenimento e una di attrattività» spiegando che il territorio è il frutto dei flussi di studenti, di investitori e di turisti.

«Non è scontato – prosegue Gregori – che due università collaborino fra loro, che due Camere di Commercio regionali facciano altrettanto e che ci sia un gruppo, come Loccioni, che è rivolto a valorizzare il territorio coinvolgendo altre imprese», un salto «dalla competizione ad una forma molto forte di collaborazione». Laboratorio del progetto, l’impresa marchigiana Loccioni, a metà strada tra Ancona e Perugia, la quale ospiterà gli studenti coinvolgendoli su progetti lavorativi concreti, con l’ottica di allargare la rete delle imprese con altre del territorio umbro-marchigiano, grazie anche al coinvolgimento degli enti camerali nell’iniziativa.

Un progetto di ampio respiro «dove si sviluppano competenze di discipline differenti, per offrire alle nostre studentesse e ai nostri studenti nuove opportunità anche mediante la valorizzazione del territorio» spiega il rettore dell’Ateneo dorico, sottolineando che nel gruppo «si è formata una collaborazione tra docenti con aspetti legati alla tecnologia, integrando territorio e sostenibilità». 

Gino Sabatini,
Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio Marche (immagine di repertorio periodo pre-covid)

Tre le parole chiave individuate dal presidente della Camere di Commercio delle Marche Gino Sabatini nell’acronimo di Situm: scuola, innovazione e territorio. Termini che «guidano anche i progetti della Camera di Commercio delle Marche. È stato per noi naturale essere tra i promotori di questo progetto, anche con l’obiettivo di essere strumento di collegamento con il sistema delle imprese, perché possa essere messo velocemente a terra. Il covid ha schiacciato tutti sull’orizzonte breve del quotidiano, apparentemente su un obiettivo minimo che è quello della sopravvivenza al virus. Situm ci consentirà di guardare e andare oltre questa limitata linea temporale».

Un progetto che permetterà alle imprese, come ha evidenziato Sabatini, di poter beneficiare di «giovani forti, preparati e competenti in grado di rispondere alle esigenze delle imprese che devono fare i conti con mercati profondamente cambiati che continueranno a cambiare con estrema velocità anche nel post pandemia». Spiegando che Situm deriva dal latino “sinere”, permettere che accada, ha detto «abbiamo bisogno che le cose accadano e di non restare passivi, o solo resilienti, di fronte a questa pandemia, abbiamo bisogno di avviare velocemente un cambiamento» all’insegna della sostenibilità.

L’imprenditore Enrico Loccioni ha spiegato che Situm è un «acceleratore di tempo» e hub in cui «si incontrano lavoro e formazione, problemi e soluzioni, studenti e imprenditori», inoltre ha sottolineato l’importanza di intercettare i giovani nel momento in cui sono ancora inseriti nel percorso universitario. «I laboratori sono le imprese che offrono ai giovani la possibilità di collegare concretamente studio, lavoro e vita, facendo scelte consapevoli per il loro futuro. A volte pensano che l’esperienza internazionale, sfidante, si possa trovare solo andando nella grande università del nord o all’estero, ma scoprono che anche qui, tra l’Umbria e le Marche, ci sono imprese internazionali, che lavorano per i più grandi marchi del mondo, con l’alta qualità della vita tipica delle nostre vallate».

Il rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero ha spiegato che il progetto «intende creare un ponte tra le istituzioni e i giovani in formazione, contaminando in modo virtuoso le competenze accademiche con le esigenze dei nostri territori e del loro mondo produttivo, senza soluzione di continuità fra Umbria e Marche, al fine di conquistare la consapevolezza di una nuova centralità che sia anche di modello per Paese».

Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni ha posto l’accento sulla necessità di «creare connessioni reali tra atenei e aziende, per attuare concretamente progetti comuni, fondamentali sia per l’attrattività delle Università, che per la competitività delle aziende, l’occupabilità degli studenti, la crescita economica e sociale dei territori».

Il docente UnivPm Nicola Paone ha evidenziato che è «quasi inesistente una collaborazione di questo tipo nell’ambito della didattica» e che i primi webinar toccheranno i temi delle tecnologie, della robotica, inclusa quella collaborativa che «riporta l’uomo al centro dei processi produttivi», un fattore cruciale per una regione, come le Marche, in prima linea per il manifatturiero. 

SITUMTALK
Due i webinar in programma già per il 26 e 30 marzo. Il primo, dal titolo “La fabbrica del futuro. La misura, il robot, le persone”, si terrà online venerdì 26 marzo 2021 alle ore 15:00. Dopo i saluti istituzionali dei due Magnifici Rettori, dei Presidenti delle Camere di Commercio e di Enrico Loccioni, sono previsti gli interventi di Nicola Paone (UnivPm), Giacomo Palmieri (UnivPm), Giovanni Pizza (UniPg) e Alessandro. Salvucci (Loccioni), i quali interverranno sui temi del rapporto fra uomo e macchine nell’odierno ecosistema digitale, presentando altresì il primo corso perfezionamento Situm, che sarà dedicato a “Metodi e tecnologie per la Meccanica 4.0 con approfondimenti di umanesimo”.

Il secondo, “Sviluppo, sostenibilità e territori Strategie e strumenti”, si svolgerà martedì 30 marzo 2021 alle ore 17, quando ai saluti istituzionali seguiranno gli interventi di Carlo Andrea Bollino (UniPg), Valerio Temperini (UnivPm), Giovanni Pizza (UniPg), Micol Bronzini (UnivPm) e Enrico Loccioni. Il talk esaminerà i processi innovativi e le valenze etiche dei territori, calandole in particolare in una visione antropologica per il mondo post-covid, sottolineando altresì gli aspetti estetici connessi al fare impresa oggi.

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