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Marche, sit-in del Comitato Priorità alla Scuola davanti alla Regione: «Studenti come videoterminalisti»

Protesta davanti a Palazzo Raffaello ad Ancona. Si chiede alla giunta di riaprire gli istituti così da far tornare i ragazzi in aula. Presenti più di un centinaio di persone. Ecco le loro testimonianze

Il sit-in del Comitato Priorità alla Scuola (immagine di repertorio)

ANCONA – Ritornare sui banchi di scuola al più presto. È quanto ha chiesto questa mattina, martedì 5 gennaio, il Comitato Priorità alla Scuola nel sit-in di protesta davanti alla sede della Regione Marche, a Palazzo Raffaello. Un nutrito gruppo di appartenenti al Comitato sorto ai tempi del lockdown per opporsi alla didattica a distanza, ha manifestato munito di striscioni per chiedere alla Regione la riapertura delle scuole superiori. Presenti più di un centinaio di persone fra genitori, studenti e docenti.

In più di 50 persone si sono ritrovate per il sit-in davanti alla Regione

Ieri la Giunta ha annunciato una ordinanza restrittiva che il governatore Francesco Acquaroli siglerà nella giornata di oggi per prorogare fino al 31 gennaio la didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori delle Marche, motivando la decisione con la necessità di scongiurare una terza ondata che metterebbe sotto pressione le strutture ospedaliere, ma anche per le restrizioni varate dal Consiglio dei Ministri questa notte, che impartiscono un giro di vite agli indici Rt, il parametro che stabilisce la classificazione delle regioni nelle diverse fasce di rischio.

I manifestanti sulle scale di Palazzo Raffaello, sede della Regione Marche

Ma il Comitato, costituito da genitori, studenti e docenti, non ci sta e invoca con forza la riapertura delle scuole, fissata a livello nazionale per l’11 gennaio. «La scuola sicura non si chiude» è lo slogan diventato storico del Comitato, ma sugli striscioni oggi campeggia la scritta “Scuole chiuse = Giunta Acquaroli incapace”. Nonostante la zona rossa, che durerà fino a domani, la pioggia e il freddo di questa giornata, i manifestanti non si sono tirati indietro e hanno tenuto a far valere le loro ragioni.

Un momento della protesta

«Siamo contrari all’ordinanza di Acquaroli – spiega Silvia Mariotti, una delle fondatrici del Comitato, insieme a Livia Accorroni – Quella del presidente della Regione Marche è una ordinanza che contrasta con l’apertura delle scuole stabilita a livello nazionale. Siamo stanchi di questa continua proroga, non è giusto che si continui a scarificare il futuro dei ragazzi per l’incapacità di gestire trasporti e tracciamenti». Mariotti sottolinea che il Comune di Ancona era pronto per la riapertura delle superiori «anche con servizi innovativi. Crediamo però che in realtà il problema non sia quello dei trasporti, ma il timore della zona rossa e per questo ad essere sacrificati ancora una volta sono la scuola e gli studenti. Tantissime mamme – prosegue –  ci hanno scritto in queste ore, protestando contro questa ordinanza, i ragazzi non ne possono più della continua proroga sull’apertura della scuola».

La protesta del Comitato Priorità alla Scuola contro l’ordinanza regionale che proroga la didattica a distanza

Inoltre Silvia Mariotti cita l’ultimo rapporto di Save The Children dal quale emerge che il 43% ragazzi crede di aver perso un anno scolastico «e molti stanno optando per l’abbandono scolastico» un pericolo assolutamente da scongiurare, secondo il Comitato.  

Rivolgendosi al presidente della Regione Marche, i membri del Comitato hanno accusato il governatore di stare «distruggendo la scuola» e di «mettere in discussione i principi dell’unità repubblicana». Poi l’affondo verso il direttore dell’ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti per la «lettera di stampo fascista» inviata agli studenti marchigiani che tante polemiche aveva suscitato nei mesi scorsi. «I ragazzi non possono stare venti ore settimanali davanti lo schermo altrimenti si diventa video terminalisti ovvero lavoratori che hanno diritto ad adeguate postazioni di lavoro e pause» ha dichiarato Valerio Cuccaroni, docente del Liceo Scientifico Galilei di Ancona e membro del Comitato.

Il Comitato Priorità alla Scuola durante il sit-in

Cuccaroni ha sottolineato l’importanza della didattica in presenza ed ha spiegato che fra i ragazzi sta crescendo l’ansia: «Ho studentesse che prendono psicofarmaci» ha detto, aggiungendo «chiediamo che chi deve sistemare i trasporti ed eliminare le classi pollaio, agisca». Inoltre ha sottolineato, in qualità di Rsu di Cgil, che «il sindacato in realtà non ha condiviso la posizione di far slittare la riapertura delle scuole con ordinanza regionale».

Nel corso della manifestazione hanno parlato anche gli studenti delle superiori. «La pandemia colpisce tutti, anche noi studenti, dobbiamo accettarlo» ha detto il 17enne del Liceo Galileo Galilei di Ancona. «Ci avevano promesso che il 7 gennaio saremmo tornati a scuola» ha spiegato, accusando la Giunta di essere «incapace umanamente di capire cosa significa per gli studenti tenere la scuola chiusa». «È assurdo che siamo a casa» ha detto, «non capiscono che è difficile fare lezione a distanza, bisogna studiare molto di più».

Poi le testimonianze di altri docenti che hanno evidenziato «il cambio di paradigma della didattica a distanza» che mette sotto stress gli studenti: «I ragazzi sono distrutti da questa situazione, dobbiamo mantenere le nostre posizioni e dobbiamo essere noi a gestire questo cambio di situazione che sta dietro alla digitalizzazione, altrimenti ne saremo travolti. Questa didattica – conclude il docente – non è scuola, è un travaso di informazioni, dobbiamo coinvolgere le famiglie». Alle 16.30 di oggi una delegazione del Comitato sarà ricevuta in Regione dal presidente Acquaroli.

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