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Screening di massa, al via la campagna con 2,2 milioni di tamponi antigenici rapidi

In campo ci saranno circa 1.000 operatori tra sanitari, volontari, Protezione civile e addetti delle associazioni di soccorso. Il presidente Acquaroli rivolge un appello ai marchigiani

Un momento della conferenza stampa di presentazione dello screening di massa

ANCONA – «È importante che i cittadini si sottopongano allo screening,  per essere di aiuto a difendere se stessi e gli altri dalla pericolosità del virus, specie nei confronti delle persone più anziane e fragili». Il governatore Francesco Acquaroli chiama a raccolta i marchigiani alla viglia dello screening di massa con tampone antigenico rapido che prenderà avvio nella giornata di domani (18 dicembre) nei 5 capoluoghi di provincia (Ancona, Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno) e ad Urbino, fino al 23 dicembre. La Regione ha acquistato 2,2milioni tamponi antigenici rapidi approntando una spesa complessiva di circa 2,6milioni di euro: 2 milioni per i tamponi, 600mila euro per il personale.

«È uno strumento – prosegue Acquaroli – che mettiamo a disposizione come Regione perché crediamo che trovare, isolare e tracciare il virus sia la più grande arma che abbiamo per ridurre l’andamento della curva epidemiologica, per alleviare il livello di pressione delle strutture sanitarie, per cercare di mettere in sicurezza il più grande numero di cittadini». Un appello alla collaborazione, quello di Acquaroli verso i marchigiani, che ha definito «fondamentale anche alle porte delle festività natalizie che tradizionalmente portano ad una maggiore socializzazione anche involontaria. Credo che tutti noi dovremmo dare il contributo per far si che ci sia una forte sensibilizzazione a riguardo da parte di tutti».

I dettagli del progetto sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Raffaello, alla quale hanno preso parte oltre al presidente della Regione Marche, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, il direttore Asur Marche Nadia Storti e la dirigente del Servizio Salute della Regione Marche Lucia Di Furia.

Nell’operazione, che vede le Marche quale prima regione in Italia ad avviare uno screening di massa sulla popolazione, verrà coinvolto personale sanitario Asur, la Protezione civile regionale e dei Comuni, il mondo dell’associazionismo e del volontariato con Croce Rossa, Anpas e Misericordia. Oltre un centinaio le postazioni di screening nella regione dove opereranno quotidianamente 1.000 operatori tra sanitari (medici e infermieri), volontari, Protezione civile, associazioni di soccorso. Il personale sanitario che prenderà parte alla campagna per il 70% è dipendente e il 30% volontario.

L’assessore Saltamartini ha già annunciato che il numero dei sanitari potrebbe salire a quota 1.200. L’assessore alla Sanità ha sottolineato l’importanza dell’operazione, frutto di una collaborazione che ha «unito tutte le Istituzioni senza steccati ideologici» nell’ambito di una coesione che va al di là dell’orizzonte regionale e che coinvolge il sistema Italia. Anche Saltamartini ha rivolto ai marchigiani un «appello al civismo»: «Lo screening è fondamentale per mappare l’estensione del virus – ha detto – , per verificare se ci sono dei cluster dove l’estensione del fenomeno è accentuata, per la responsabilizzazione degli individui», scovando anche i positivi asintomatici così da isolarli «evitando la trasmissione dell’epidemia ai familiari, ai nonni e nell’ambiente di lavoro». I primi 300mila test sono già arrivati, gli altri arriveranno tra oggi e domani.

L’assessore, evidenziando che le Marche sono la prima regione manifatturiera, ha sottolineato che lo screening sarà fondamentale anche per far ripartire le imprese, in modo da «poter conservare le quote di mercato dei prodotti belli delle Marche, i vestiti, le scarpe, ma anche la meccanica e il mobile, così che possano continuare ad affermarsi nel mercato internazionale».

Ma lo screening sarà fondamentale anche per l’imminente campagna vaccinale contro il covid-19 che il governo intende anticipare al 27 dicembre per partire con i paesi dell’Unione Europea. Saltamartini ha ricordato che i test antigenici rapidi, con cui verrà testata la popolazione marchigiana, sono stati acquistati in Finlandia nell’ambito di una gara congiunta con la Regione Piemonte e altre 4 regioni, un vaccino prodotto in Europa quindi  con «garanzia di efficacia ed efficienza».

La dirigente del Servio Salute della Regione, Lucia Di Furia ha dichiarato «abbiamo creduto da subito nello screening di massa, è una rete lanciata nella popolazione per raccogliere i positivi». Entrando nel merito degli aspetti tecnici della campagna, ha spiegato che si potrà sottoporre al test la popolazione dai 6 anni in su, mentre non potrà eseguirlo chi ha febbre, sintomi riconducibili al covid, chi è in malattia, in isolamento o quarantena, chi è positivo, chi ha già in programma un tampone molecolare presso i servizi sanitari, le persone ricoverate in ospedali, case di cura e di riposo, e il personale sanitario. Inoltre ha precisato che la campagna prenderà avvio prima nei capoluoghi perché essendoci maggiore densità di popolazione, ci sono più occasioni di socializzazione.

Il direttore Asur Marche Nadia Storti ha rassicurato che il tampone «fa un po’ di solletico nel naso», ma il test dura solo un minuto, ed ha rimarcato che risultare negativi non deve esimere dal rispetto delle regole: occorre rispettare tutte le misure previste per limitare la diffusione del virus, come il distanziamento, l’igiene delle mani, la mascherina, «per non causare focolai». «Una mappatura così ci permette di vedere la diffusione del virus nella regione» ha detto, sottolineando che questo metterà anche la politica in condizione «di assumere decisioni».

Per quanto riguarda l’adesione allo screening che raggiungerà 350mila abitanti dei capoluoghi, «ci aspettiamo di poter controllare il 70% della popolazione» ha dichiarato Nadia Storti. Le persone all’arrivo verranno registrate o tramite un certificato già compilato, scaricabile sul sito dei Comuni e della Regione, o con la tessera sanitaria tramite lettore ottico. In ogni area saranno presenti 10-14 postazioni che vedranno la presenza di  18 a 24 sanitari. Su Ancona, Ascoli Piceno e Macerata è attivo un sistema di prenotazione, mentre su Fermo e Urbino la popolazione è stata suddivisa dalle anagrafi dei Comuni: a Fermo in ordine alfabetico e ad Urbino in quartieri.

«Il primo giorno sarà un varco di prova – ha detto Nadia Storti – un segnale importante per la popolazione». Le persone che si sottopongono al test dovranno attendere 15 minuti per l’esito: se il test sarà positivo verranno sottoposti subito al tampone molecolare, altrimenti in caso di esito negativo si dirigeranno alla postazione di rientro per il check-out. Nelle intenzioni della Regione c’è quella di terminare entro gennaio l’operazione, «non vorremmo che si intrecciasse con la partenza dei vaccini contro il covid» ha detto la Storti, ma la tempistica dipenderà anche dall’adesione della popolazione, se sarà del 40% «i tempi si accorceranno».

I dati delle positività e dei test verranno raccolti ogni sera e la mattina successiva resi noti, inoltre saranno trasmessi al Ministero della Salute.  Sull’ipotesi di una seconda campagna di screening Nadia Storti ha detto »dovremo ragionare» sulla verifica dell’immunità dopo il vaccino anti covid per verificare se è si è sviluppata, ma serviranno «nuovi test».

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