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Sciopero Elica, Acquaroli: «Giunta rappresentata da Aguzzi. Convocherò incontro con i sindacati»

Il governatore per un incontro istituzionale a Roma non potrà presenziare allo sciopero indetto dai sindacati a seguito della presentazione del piano strategico 2021-2023 della multinazionale di Fabriano. Ma annuncia un tavolo di confronto tematico

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

ANCONA – «Con i sindacati convocherò un incontro con tutta la Giunta per fare il punto su questa importante vertenza, in cui la difesa del territorio e la salvaguardia dell’occupazione sono priorità fondamentali del Governo regionale». Nella giornata in cui i lavoratori del bianco scendono in piazza per dire no al piano di ristrutturazione avanzato dall’impresa fabrianese Elica, consistente nella delocalizzazione di parte delle linee produttive in Polonia con la creazione di 409 esuberi, il governatore Francesco Acquaroli annuncia la volontà di organizzare un tavolo di confronto sull’importante vertenza.

Il presidente della Regione Marche non potrà presenziare allo sciopero promosso dai sindacati perché come spiega lui stesso sarà «a Roma per un importante incontro con un rappresentante del Governo, un impegno istituzionale assunto in precedenza». Il governatore a Roma incontrerà il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali per affrontare il tema del mondo del fitness rimasto fermo dall’inizio della pandemia.

La Giunta però sarà «rappresentata a Fabriano dall’Assessore Stefano Aguzzi, che esprimerà tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti». Nella giornata di ieri, per consentire ai consiglieri regionali di presenziare allo sciopero indetto dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, è stato deciso lo spostamento della seduta del Consiglio regionale, previsto per oggi – 11 maggio – al prossimo martedì 18 maggio.

La protesta vedrà scendere in piazza non solo i lavoratori di Elica, ma anche i dipendenti del comparto del bianco di altre imprese presenti nel Fabrianese: una iniziativa dal forte valore simbolico per accendere i riflettori sulla situazione economica e occupazione di quest’area dell’entroterra gravata da una crisi accentuata dalla pandemia.

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