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Riorganizzare la sanità durante il covid: le Marche puntano a potenziare la medicina territoriale

Nel corso della riunione della cabina di regia che si è tenuta nel pomeriggio di ieri, i vertici della sanità regionale hanno discusso del rafforzamento della medicina territoriale

La sede della Regione Marche

ANCONA  – Rafforzare la medicina del territorio per alleggerire le strutture ospedaliere dal carico di malati Covid-19 e garantire una risposta ai bisogni di salute delle persone affette dalle altre patologie.

Si è discusso soprattutto di questo nel corso della riunione della cabina di regia che si è tenuta nel pomeriggio di ieri – 30 agosto –  e alla quale hanno preso parte il governatore Francesco Acquaroli, accompagnato dal segretario generale Mario Becchetti, oltre a tutti i vertici della sanità regionale, esclusa la dimissionaria Lucia Di Furia, che ha lasciato il Servizio Salute e l’Ars.

Con il cambio dei parametri per la classificazione delle regioni nelle diverse zone di rischio, che ha conferito un peso determinante al tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nei reparti di area medica, rispetto al numero dei nuovi contagi, la situazione ospedaliera e la medicina del territorio rappresentano due nodi cruciali in vista dell’inverno quando potrebbe esserci una nuova escalation di ricoveri, che sono peraltro già iniziati ad aumentare.

Con le strutture che tornano a riempirsi, anche se ancora sotto il livello di guardia, il potenziamento dei posti letto è uno dei temi chiave. Se con il decreto 34 del 2020 il governo di allora aveva finanziato la realizzazioni di nuovi letti in terapia intensiva, non aveva previsto tuttavia le risorse per il personale. Per questo nel corso della riunione della cabina di regia, i vertici della sanità regionale hanno convenuto sulla necessità di intasare il meno possibile gli ospedali per tutelare la salute dei cittadini e garantire una risposta sul piano delle patologie rimaste più indietro per colpa del Covid-19, fra le quali ci sono anche le cardiovascolari, neurologiche e oncologiche. Una strategia sulla quale ha insistito anche il governatore Acquaroli.

Tra le strategie che verranno messe in campo c’è quella di rafforzare tutto il percorso della medicina territoriale, lo step precedente a quella pre-ospedaliera. In tal senso, verranno potenziati gli interventi erogati dai medici di famiglia, che nell’ambito della pandemia hanno la possibilità di richiedere per i pazienti che hanno contratto l’infezione da Covid-19, le infusioni di anticorpi monoclonali, che vengono eseguite nelle strutture ospedaliere. Si tratta di farmaci che consentono in molti casi di evitare l’ospedalizzazione, ma che per essere efficaci al massimo devono essere prescritti tempestivamente. Accanto a questo c’è la partita della telemedicina, nella quale il ruolo dei medici di medicina generale è cruciale.

L’intenzione della Regione è anche quella di procedere al rafforzamento delle cure domiciliari, delle Usca e dei distretti. Fondamentale, in base a quanto emerso dalla cabina di regia, anche mettere in campo il prima possibile le case della comunità e un  percorso strutturato di post acuzie.

Nel corso del confronto è stato toccato marginalmente anche il tema delle scuole con la questione dell’entrata in vigore del Green pass a scuola che scatta da domani – 1 settembre – per docenti, Ata e studenti universitari.

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