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San Valentino, i giovani di oggi e l’amore: romanticismo e desiderio in ribasso

Vivono le passioni più velocemente e concedono all'amore un orizzonte temporale più breve. Il punto nel giorno della festa degli innamorati con la ginecologa Valeria Bezzeccheri e la sessuologa Marianna Agostinelli

Amore, San Valentino

ANCONA – Meno romantici e sognatori, più smart. È questo l’approccio all’amore dei giovani di oggi. Le nuove generazioni alle prese con i sentimenti «ragionano in una logica di più breve periodo rispetto ai giovani di un tempo – spiega la ginecologa Valeria Bezzeccheri –  . Oggi non immaginano più il fidanzatino come il grande amore della propria vita, lo vedono piuttosto come una fase passeggera e circoscritta della propria vita». Un orizzonte temporale più breve, dunque, quello concesso dai giovani all’amore.

In una società in rapida evoluzione «i sentimenti e la sessualità vengono bruciati molto velocemente – prosegue la ginecologa -.  I sentimenti sono diventati “smart”, si vuole e si vive tutto e subito, senza riflessioni, con tutto quello che poi ne consegue. Riflettono solo quando si verifica qualcosa che ha un forte impatto sulla loro vita, come ad esempio nel caso di una gravidanza indesiderata. Allora lì subentra la riflessione sulle conseguenze per la propria vita, altrimenti tendono ad agire in maniera veloce e senza ragionare, come la tecnologia che utilizzano».

La Bezzeccheri spiega che «alla domanda cosa vuoi fare da grande, oggi i giovani, finito il liceo dicono di volersi prendere un anno sabbatico. Certo è un’affermazione sulla quale pesa l’attuale visione poco ottimistica del mondo del lavoro, ma va anche detto che non hanno ispirazioni in un mondo come quello di oggi pieno di stimoli».

E dal punto di vista della sessualità? Come la vivono le nuove generazioni? «Sono bombardati, come del resto anche noi adulti, da una miriade di informazioni e questo li induce a dare una minore importanza e una minore valenza alla sessualità», spiega la psicologa e sessuologa Marianna Agostinelli. «Con il progredire e il diffondersi delle tecnologie e con il ricorso massiccio al web e ai social network, e si è abbassata la dinamica del coinvolgimento emotivo. C’è meno desiderio sessuale nei giovani, è come se la tecnologia, consentendo una maggiore fruibilità delle informazioni e della pornografia, abbia paradossalmente appiattito il desiderio».

Insomma, secondo la sessuologa, «se da un lato c’è chi è ipersessualizzato, la maggior parte dei ragazzi proprio in seguito all’utilizzo incessante di computer, smartphone e tablet, ha finito per accentuare le distanze sia dalle persone che dalla sessualità».

Un dato che trova conferma anche fra gli adulti, sia nel calo di nascite, sia in una ricerca condotta dal Journal of American Mediacal Association dal quale è emerso che nel 16% dei soggetti che abusano delle tecnologie c’è assenza di stimoli sessuali

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