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Saldi invernali, bilancio negativo. Traini: «Commercio in crisi. Le città si svuotano e i negozi chiudono»

Le temperature più elevate rispetto alle medie stagionali hanno scoraggiato l'acquisto del capo protagonista dei saldi invernali, ovvero il cappotto

ANCONA – Bilancio negativo per i salvi invernali. «I saldi erano già partiti a rilento anche a causa delle campagne promozionali partite troppo presto – spiega Massimiliano Polacco, direttore generale Confcommercio Marche -, poi l’inverno mite ha dissuaso dall’acquisto dei capispalla». Il meteo ha impattato fortemente sul comparto dell’abbigliamento che sperava nei saldi per risollevarsi dal calo degli acquisti, ma le temperature più elevate rispetto alle medie stagionali hanno scoraggiato l’acquisto del capo protagonista dei saldi invernali, ovvero il cappotto.

«Generalmente si aspettano i saldi invernali per comprare il cappotto, il capo di abbigliamento più costoso – spiega Polacco -, ma quest’anno il cappotto non è stato proprio indossato, perché di fatto il freddo non c’è stato. Il meteo è stato il problema principale».

Il direttore di Confcommercio spiega che si sono venduti soprattutto accessori come maglieria, sciarpe, e che «i commercianti si stannpo riorganizzando puntando sulla vendita dei capi più leggeri. Per ora però – dice – il bilancio è al di sotto delle aspettative anche rispetto all’anno scorso. Speriamo che la primavera estate risollevi le vendite».

Riccardo Mugianesi della Cna parla di «un calo dei fatturati importante tra dicembre e gennaio, intorno al -20/-30%, mentre a febbraio c’è stata una piccola ripresa degli acquisti, attorno al 5%, che tuttavia non va a coprire le perdite» dei mesi precedenti.

Insomma, l’abbigliamento sta vivendo una fase poco felice e la flessione sta iniziando ad interessare «anche i beni di lusso (boutique)» spiega Cna. Anche le calzature registrano una contrazione, ma più contenuta: «Le calzature hanno un po’ tenuto – spiega Mugianesi – : alcune attività per ridurre le perdite hanno puntato su outfit particolari e campagne digitali, ma la situazione non è idilliaca». Le migliori performance hanno riguardato soprattutto i negozi che si sono affidati ai canali digitali e all’e-commerce, «in questa maniera sono riusciti a contenere le perdite intorno al 5%».

Ubaldo Traini

Ubaldo Traini, del negozio di abbigliamento e calzature “Tutti i Tipi” con sede al Cargo Pier di Osimo e a Porto Recanati, spiega: «Abbiamo lavorato i primi 10 giorni dei saldi, poi è ripresa la vendita normale». Per quanto riguarda le scarpe le vendite si sono concentrate sulle sneakers, «calzature che si portano tutto l’anno – spiega -: non essendoci stata una stagione invernale vera e propria, i prodotti più pesanti sono andati a rilento».

Il commerciante evidenzia: «Non c’è più una grande richiesta come in passato, la moda è scesa al decimo posto tra le voci di spesa degli italiani, non è più in testa come una ventina di anni fa, adesso l’abbigliamento viene dopo la tecnologia, la bellezza, le vacanze, la palestra».

Se i consumatori manifestano nuove abitudini e preferenze, il commercio deve riorganizzarsi secondo Traini, «puntando sul digitale e sulle vendite online, in modo da affiancare il negozio fisico». Ma accanto a questo lamenta che «i commercianti rispetto ad altri settori sono poco considerati. La politica deve affrontare la crisi del commercio: le città si stanno svuotando, i negozi chiudono e nei centri commerciali non c’è spazio per tutti», conclude.

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