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Regionali: dal vertice Pd sostegno a Mangialardi. Ma si parla ancora di Ceriscioli-bis

Non sono mancate le rimostranze per la mancanza di confronto e le richieste da parte di assessori e consiglieri di un rinnovo del mandato per l'attuale Governatore, che conferma però il passo indietro

ANCONA –  Sostegno confermato alla candidatura di Maurizio Mangialardi alla presidenza della Regione Marche. È quanto è emerso nel corso del vertice del Pd che si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri, 3 giugno, al settimo piano della Regione, vicino all’ufficio del presidente Luca Ceriscioli.

Un incontro nel quale non sono mancate però critiche e malumori per l’accelerazione sul nome di Mangialardi e voci fuori dal coro, come quelle degli assessori regionali Angelo Sciapichetti e Fabrizio Cesetti e dei consiglieri regionali Francesco Giacinti e Francesco Micucci che chiedevano di rimettere sul piatto della bilancia la figura del governatore uscente per un Ceriscioli-bis.

Ceriscioli però ha confermato il suo passo indietro, come già dichiarato più volte anche nel corso della settimana alla stampa.

All’incontro hanno preso parte oltre agli assessori e consiglieri già citati, anche l’assessora Manuela Bora (in video collegamento), Anna Casini, Loretta Bravi e Moreno Pieroni, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e il consigliere Francesco Giacinti. Assenti invece il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli, i consiglieri regionali Fabrizio Volpini, Enzo Giancarli e Andrea Biancani. Da un’ala dei dem nella quale spiccano il consigliere Micucci e gli assessori, sono state sollevate critiche a quella che è stata ritenuta una accelerazione sul nome di Mangialardi, il sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche, mentre il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e gli assessori si sono lamentati per la mancanza di confronto. La maggior parte dei presenti hanno sostenuto che sarebbe stato opportuno un ulteriore approfondimento sull’ipotesi di un Ceriscioli-bis perché è cambiata la percezione dell’opinione pubblica sul nome del governatore.

Da sinistra Maurizio Mangialardi e Luca Ceriscioli

Ne è convinto fra gli altri l’assessore Fabrizio Cesetti che ha sottolineato come questa percezione si sia «ribaltata» in seguito alla gestione dell’emergenza covid: «Pensavo fosse giusto tornare sulla candidatura del presidente regionale – spiega -. Tutti coloro che avevano indotto Ceriscioli a fare un passo indietro ore avrebbero dovuto chiedergli di farne due in avanti». Insomma secondo Cesetti si doveva «dare continuità ad una azione di governo che si è rivelata molto positiva sia nella gestione dell’emergenze che della ripartenza» con la manovra economica da 210milioni. Insomma la figura di Ceriscioli è una risorsa da valorizzare.

Una continuità che secondo Cesetti «poteva essere la cifra della differenza che potevamo  mettere in campo con il centrodestra, grazie ad un presidente che ha dimostrato di aver preso le giuste misure». Alla fine però c’è stata convergenza sul nome di Mangialardi: «È una risorsa che può e deve stare in questo progetto – osserva Cesetti -, avrebbe potuto fare l’assessore e poi fra 5 anni il presidente», ma preso atto della «indisponibilità» del presidente uscente Ceriscioli, che ha confermato nuovamente anche ieri sera il suo passo indietro in favore di Mangialardi, Cesetti conclude affermando «stringiamoci intorno a Maurizio e andiamo avanti, dobbiamo stare con le file serrate per vincere questa sfida». Ma c’è chi è stato più duro come l’assessore Angelo Sciapichetti che in caso di sconfitta invocherà una assunzione di responsabilità per la scelta operata.

A chiedere di tornare sull’ipotesi di un Ceriscioli-bis è stato anche il consigliere regionale Francesco Giacinti: «Il partito ha deciso di proseguire nell’iter già intrapreso, ma si poteva fare una ulteriore riflessione e interrogarsi se ci fossero condizioni per rivedere la questione». Secondo Giacinti c’erano elementi per una rivalutazione della candidatura di Ceriscioli, «elementi forniti dalla gente comune che ci riferiva che il presidente, dal siparietto con Conte sulle scuole, aveva inanellato una serie di giuste scelte e quindi si poteva tornare sulla questione».
Lunedì il nuovo vertice fra il Pd e gli alleati della coalizione di centrosinistra per definire la questione dopo che Articolo Uno, Italia Viva e Azione hanno preso tempo per fare un passaggio con i propri iscritti.

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