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Regionali, Richetti ad Ancona: «Si è fatto un errore gravissimo sulla sindaca Mancinelli»

Il fondatore di Azione rinnova il suo appoggio alla sindaca di Ancona proprio nella giornata in cui si tiene il tavolo di coalizione per la rosa dei nomi alla presidenza della Regione Marche

Da sinistra Tommaso Fagioli, Jessica Amicucci, Matte Richetti (immagine di repertorio)

ANCONA – Coalizione riformista, candidatura unitaria e programma coraggioso. È questa la ricetta politica per le Marche del senatore Matteo Richetti fondatore con Carlo Calenda di Azione la formazione politica nata nel novembre scorso da una costola del Pd e che ad Ancona, in 3 mesi, ha raccolto 1000 iscritti, 15mila circa invece a livello nazionale.

Ad Ancona Richetti ha incontrato la stampa e i gruppi del partito al Caffè Giuliani per fare il punto sul quadro politico regionale visto anche che proprio questa sera gli alleati, tra i quali anche Azione, incontreranno il segretario del Pd Giovanni Gostoli per definire la rosa delle candidature per la presidenza della Regione che poi saranno vagliate nella direzione regionale dei dem che si terrà lunedì prossimo. Presenti all’incontro con Richetti, i consiglieri comunali di Ancona Tommaso Fagioli e Jessica Amicucci, passati ad Azione, Andrea Biekar, e alcuni alleati, fra loro Piergiorgio Carrescia di Italia Viva, Mattia Morbidoni di +Europa, Massimo Giulietti delle Liste Civiche di Civitanova Marche

E Richetti è subito molto chiaro nel suo pensiero: «Si è fatto un errore gravissimo sulla sindaca Mancinelli – commenta – un errore gravissimo perché se una persona dice esplicitamente sono a disposizione a condizione di forza e unitarietà non la si lascia scappare in quel modo e le responsabilità sono chiare».

Senza giri di parole va subito diretto alla meta, ovvero ribadire ancora una volta il sostegno alla Mancinelli nel tavolo di coalizione che si terrà questa sera alle 18,30 nella sede dorica del Pd, per costruire la rosa di papabili candidati alla presidenza della Regione. L’auspicio di Azione è un ripensamento della sindaca “migliore del mondo” in caso di nuova chiamata alle armi da parte del partito e degli alleati.

Ma il centrosinistra riuscirà a trovare la sintesi questa sera? Ne è convinto il consigliere comunale di Ancona Tommaso Fagioli: «Credo che si debba trovare perché i marchigiani penso che siano stanchi di aspettare, anche perché, quando ci fate iniziare la campagna elettorale? Dobbiamo scendere in mezzo alla gente, spiegare le cose fatte, quelle fatte bene, quelle non fatte, quelle fatte male e dobbiamo puntare a vincere, perché lo scopo del centrosinistra unito è di riprovare a rivincere e non lasciare la Regione in mano alle destre populiste. Questo è l’obiettivo che ci tiene uniti veramente, dopo di ché però bisogna che facciamo in fretta». Secondo Fagioli è un candidato valido anche dagli ultimi sondaggi usciti sulla stampa. «Lei è tornata indietro, adesso vedremo stasera al tavolo, andremo compatti con Italia Viva e con +Europa e vedremo di fare una sintesi sul candidato, sentendo anche il Pd quello che ha da proporci perché magari c’è un candidato condiviso che a noi può andare bene».

Insomma Valeria Mancinelli potrebbe essere la chiave di volta per consentire al centrosinistra di restare al governo regionale: si tratta, infatti per il senatore Richetti di una «candidatura unitaria e innovativa».

Su Ceriscioli non ha dubbi: «Qui non si tratta di dare un giudizio su Ceriscioli», spiega, ma «il fatto che si discuta su un’altra candidatura è in se un giudizio e una decisione assunta». Secondo Richetti è necessario affrontare le regionali mettendo in piedi una «coalizione riformista e coraggiosa di centrosinistra che non conosca le ambiguità che a livello nazionale ci fanno vedere tutti i giorni, mettendo assieme Pd, 5 Stelle e Leu. Se devo replicare nelle Marche il governo nazionale evito». Insomma un no chiaro a qualunque ipotesi di intesa regionale con i 5 Stelle.
Il senatore non teme il fatto che una chiusura di questo tipo possa precludere al centrosinistra di avere i numeri per vincere le regionali: «L’Emilia Romagna insegna che quando la coalizione e il candidato sono in campo, si può vincere senza i 5 Stelle. Io sono convinto e mi auguro che il Pd dovrebbe ripensare il proprio giudizio su Valeria Mancinelli perché credo che quella sarebbe oggi la candidatura più forte». Una candidatura ritenuta forte da Richetti «perché esattamente come per Bonaccini c’è un tema di credibilità, di buon governo, di relazione con i cittadini, di sufficiente discontinuità con la gestione del passato della Regione, non è un dato solo sulla persona. Se ci saranno i 5 Stelle non ci saremo noi, ma questa è una scelta che Carlo Calenda ed io abbiamo fatto in tutte le circostanze. Penso sarebbe un errore clamoroso dividere il fronte del centrosinistra e la coalizione, come è stata costruita in Emilia Romagna. Se si dovesse fare la scelta dei 5 Stelle credo che si andrebbe dritti verso l’esperienza umbra, dove il cambio di una candidatura già individuata come quella di Forza per un altro candidato condiviso con i 5 Stelle ha portato alla sconfitta e mi auguro che il Pd non intraprenda questa strada».

Poi «serve programma coraggioso». «Le Marche – prosegue – stanno uscendo dal radar nazionale su molte politiche industriali, di sviluppo economico, di attrazione turistica e di coesione sociale». Temi sui quali ha auspicato un lavoro di «grande concretezza» anche perché spiega «la competizione al di là dell’esito della mia Emilia Romagna, che è stato un esito positivo, è assolutamente aperta, è una sfida che dall’Umbria in avanti vede un testa a testa praticamente ovunque, bisogna affrontarla con questa determinazione».

Secondo Richetti è necessario superare l’esperienza di governo che «non è stata appropriata», sulla gestione del sisma e della sanità. Inoltre ha posto l’accento sull’importanza di sviluppare opportunità non solo sul manifatturiero, ma anche per la nuova impresa e l’intermediazione turistica, servono «investimenti che creano occupazione». «Azione vuole essere un punto di scardinamento sia in termini di modello che di partito», poi ha annunciato l’apertura dei tesseramenti dal mese di marzo per promuovere la partecipazione attiva.

Sollecitato dai giornalisti sull’ipotesi di andare da soli se non si trova un candidato unitario dichiara: «Un partito nato a metà novembre e che ha qualche settimana di vita non ha questo atteggiamento, dopodiché non siamo certamente disponibili ad acconciarci laddove ci fossero ambiguità di questo tipo. Non saremmo in una coalizione che vede il Movimento 5 Stelle per coerenza, ci piacciono le persone che studiano e conoscono e non quelle che si improvvisano. Non saremo dietro a candidature come non saremo dietro a Emiliano, candidature che hanno dimostrato di non governare bene la propria regione». Ma fatte salve le due premesse «siamo pronti a condividere una coalizione di centrosinistra laddove ci sia la volontà e il coraggio di farlo».

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