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Regionali, alleati frenano su Mangialardi: «Subito il tavolo del centrosinistra»

In una nota congiunta Articolo Uno, Azione, Diem 25, Italia in Comune, Le nostre Marche, + Europa e Uniti per le Marche (Psi, Verdi, Civici) rivendicano la linea del candidato civico. Anche Italia Viva stoppa

Il presidente dell’Anci Marche Maurizio Mangialardi e il presidente della Regione Luca Ceriscioli

ANCONA – Dopo il passo indietro del presidente regionale Luca Ceriscioli che ieri sera (27 febbraio) con una mossa a sorpresa ha lanciato l’assist in favore del sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, sfilandosi di fatto dalla corsa al secondo mandato, è arrivata la reazione degli alleati della coalizione di centrosinistra che rivendicano la linea del candidato civico. In una nota congiunta siglata dallo schieramento al gran completo, ad eccezione di Italia Viva che già nella serata di ieri aveva sollevato contrarietà all’ipotesi, Articolo Uno, Azione, Diem 25, Italia in Comune, Le nostre Marche, + Europa e Uniti per le Marche (Psi, Verdi, Civici) tengono a ribadire la loro posizione e chiedono di «convocare subito il tavolo del centrosinistra».

«Una settimana fa il Pd Marche ha incontrato i partiti alleati con una precisa indicazione, che a quanto ci è stato riferito era stata condivisa con il Pd nazionale – scrivono nella nota – : il modo migliore per unire la coalizione era convergere su un candidato civico, capace di raccontare esternamente una nuova storia del centrosinistra nelle Marche, aperta ai movimenti civici e capace di allargare l’elettorato di riferimento».

Una linea che gli alleati avevano condiviso e che come precisano non intendono rimettere in discussione: «Ogni altro percorso, che rischi di far riaprire del tutto il confronto con gli alleati è infatti un regalo al centrodestra. Riteniamo quindi opportuno che sia confermata la linea portataci la scorsa settimana da Gostoli in accordo con il Pd nazionale e che si converga al più presto su un candidato civico, scelto velocemente all’interno della rosa di nomi autorevoli propostaci per raggiungere una sintesi».

Insomma per gli alleati il rischio è che «ogni partito si possa sentire legittimato a presentare proprie candidature e proposte politiche per il governo della Regione, riaprendo un confronto e un dibattito il cui tempo massimo è già scaduto».

Stessa posizione anche per Italia Viva: «Il “passo indietro” di Ceriscioli Italia Viva lo ha auspicato e chiesto da mesi – spiega Piergiorgio Carrescia –  Se avesse rinunciato prima, prendendo atto della richiesta di discontinuità e di cambiamento che veniva da tanti, Ceriscioli avrebbe favorito una soluzione forte e condivisa come quella della sindaca di Ancona. Il suo passo indietro ha il limite di aver voluto scegliere il successore la cui nomina stravolge però il percorso della segreteria regionale del Pd. Gostoli aveva aperto un tavolo di coalizione con l’obiettivo di trovare un candidato “non politico” e mentre si lavorava su quella soluzione Ceriscioli e il suo gruppo hanno rovesciato il tavolo. Ora è necessario un chiarimento. Se il Pd vuole una coalizione deve avere rispetto per i possibili alleati. Le scelte si fanno insieme e quella della candidatura non può avvenire per “successione dinastica” o solo per salvaguardare equilibri e carriere politiche di un partito».

Ceriscioli aveva così motivato la sua mossa: «La situazione di difficoltà che stiamo attraversando in questi giorni, l’impegno straordinario di tutti, e contestualmente lo stallo che si è determinato nella coalizione di centrosinistra per l’individuazione del candidato presidente, impongono un atto di forte responsabilità a tutti».

Dopo il consenso riscosso da Mangialardi da parte di una novantina di sindaci che gli avevano garantito appoggio, è arrivato il pieno sostegno da Ceriscioli che ha invitato il sindaco di Senigallia «ad andare avanti con determinazione e con il mio pieno sostegno», chiedendo agli alleati e ai sindaci che ancora non avevano aderito, «di appoggiarlo con lealtà, convinzione ed entusiasmo».

Domenica la direzione regionale del Pd ed un eventuale tavolo con gli alleati potrebbero definire ulteriormente i contorni della situazione al centrosinistra.

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