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Primo report sui vaccinati, il virologo Clementi: «Risultati buoni oltre le aspettative. Vaccinare fino ai 12 anni». Sul coprifuoco: «Va eliminato»

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano commenta i dati del primo report italiano sull'impatto della vaccinazione contro il Covid. Poi fa il punto su coprifuoco, mascherine e nuovo Rt ospedaliero

ANCONA – Il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane dalla vaccinazione. È quanto emerge dal primo report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute, sull’efficacia della vaccinazione contro il covid-19. Dallo studio emerge che a partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale, si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi, effetti simili sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età.

Massimo Clementi

«Lo studio conferma quello che ci spettavamo, e cioè che la vaccinazione è la via per uscire dalla situazione emergenziale». Questo il commento del professor Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ai risultati dello studio italiano. Per il virologo si tratta di dati positivi «oltre ogni aspettativa iniziale e superiori a quanto emerso dagli studi di validazione dei vaccini».

«Il numero degli infettati, dei ricoverati e dei decessi è migliore di quanto ci potessimo attendere e questo spiega anche il perché, nonostante le riaperture e le previsioni catastrofiche di alcuni, non ci sono state situazioni critiche. Stiamo andando dalla parte giusta – spiega – e la campagna vaccinale sta procedendo bene, dal momento che siamo riusciti ad immunizzare poco meno di un terzo degli italiani. Dopo una prima partenza rallentata, ora si sta procedendo bene, il commissario Figliuolo sta facendo un buon lavoro».

Clementi fa notare che i risultati sono «molto buoni» anche per quanto concerne la copertura contro il virus «dopo la somministrazione della prima dose» anche per il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) e che con l’arrivo previsto per il mese di giugno di 20milioni di dosi «si potrà dare una accelerazione importante alla campagna vaccinale anche nelle fasce d’età più giovani».

Secondo il virologo sarebbe «importante vaccinare fino ai 12 anni di età», un obiettivo a cui tendere «al di la del fatto che gli adolescenti non mostrano sintomi importanti della malattia, in vista della riapertura delle scuole a settembre, quando potrebbero agire da veicolo di amplificazione dell’infezione». Fondamentale considerare che, già dopo 9 mesi circa dal completamento del percorso vaccinale, «potrebbe essere necessario dover ricorrere ad un richiamo» che per i vaccinati dei primi mesi del 2021 potrebbe scattare già dall’autunno.

Il professor Clementi rassicura sulle varianti, spiegando che anche l’Indiana che sta suscitando apprensione è coperta dai vaccini attualmente in circolazione, essendo «una ricombinazione di precedenti varianti». In ogni caso spiega che per arrivare ad impedire il più possibile la circolazione del virus tra la popolazione, occorre spingere l’acceleratore sulla vaccinazione degli over 50, perché «nelle fasce d’età più basse gli effetti pesanti della malattia sono molto più rari».

Quando pensa che potremo dire addio alle mascherine? «Si potrebbe approfittare dell’occasione offerta dal periodo estivo per consentire alle persone vaccinate di togliere la mascherina, ma solo all’aperto, perché negli ambienti chiusi se non è garantito un adeguato ricambio d’aria ogni 15-20 minuti il rischio è ancora che possano trasmettere il virus. I vaccinati possono essere infettati solo per un breve periodo prima che il sistema immunitario sconfigga l’infezione. Consentire ai vaccinati di non indossare la mascherina all’aperto potrebbe anche essere utile per invitare anche i più restii a vaccinarsi».

«Siamo soddisfatti di come stanno evolvendo le cose – prosegue -, ci siamo “giocati” tutto sulla vaccinazione, e i dati del report confermano che la strada intrapresa è stata quella giusta. Ma dimostrano anche che la fiducia nella scienza è stata ben riposta, dal momento che questa ci ha messo in mano strumenti efficaci per proteggerci in pochissimo tempo».

Cosa ne pensa del nuovo indice Rt, basato sulla pressione nelle strutture ospedaliere? «Fotografa esattamente la mutata situazione in relazione all’andamento della campagna vaccinale nelle classi d’età che si ammalano maggiormente e che ora sono coperte (gli over 70, ndr). Questo fa sì che il virus stia circolando con un minore impatto sugli ospedali. Era opportuno questo cambio di parametro nel decidere le fasce di colore delle Regioni e le aperture delle attività».

Clementi è critico sul coprifuoco che definisce come «il parametro meno utile nella gestione della pandemia perché non influisce sulla capacità di diffusione del virus. Inoltre – fa notare – in vista della stagione estiva, se vogliamo attirare turisti, è utile eliminarlo, non ha senso spostarlo in avanti di una o due ore».

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