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Coronavirus, premi al personale: si lavora ad un meccanismo incentivante su 3 fasce

Questa mattina si è avviato il primo tavolo di confronto fra Regione, Cgil, Cisl e Uil, Fials e Nursing Up per definire le modalità di erogazione del riconoscimento di 20 milioni di euro. Ecco cosa è emerso

La videoconferenza fra Ceriscioli e i sindacati

ANCONA – Si è avviato questa mattina il primo tavolo di confronto in videoconferenza fra Regione e organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, Fials e Nursing Up, per definire le modalità di distribuzione del riconoscimento economico per gli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza Coronavirus. Una questione che nei giorni scorsi ha sollevato le ire di Nursind e Fials che hanno accusato la Regione e gli stessi sindacati di un «accordo farsa».

Nei giorni scorsi è stata siglata l’intesa fra Regione e parti sociali per destinare 20 milioni di euro a medici, infermieri, altri operatori sanitari, tecnici e addetti alle pulizie. Al tavolo di confronto si è discusso della possibilità di estendere l’indennità di malattie infettive, che attualmente è prevista solo per gli operatori sanitari che lavorano nei reparti di malattie infettive, in modo da poterla garantire anche per i professionisti della salute degli altri reparti Covid come ad esempio i sanitari delle terapie intensive e della medicina sub intensiva. Inoltre si è discusso che di riconoscere il tempo di vestizione per chi opera nei reparti Covid, necessario per indossare tutti i dispositivi di protezione necessari per entrare nei reparti.

Sul fronte del meccanismo incentivante, invece, c’è al vaglio l’ipotesi di replicare per certi versi quanto realizzato in Emilia Romagna, individuando tre fasce di graduazione in base alle quali spalmare il riconoscimento: in questo modo l’incentivo più alto spetterebbe agli operatori sanitari che hanno partecipato all’emergenza lavorando all’interno dei reparti Covid e che quindi hanno un rischio maggiore per la loro salute, una fascia intermedia per gli operatori dei reparti non Covid e una ultima fascia per chi comunque fa parte della filiera coinvolta nell’emergenza con un surplus di lavoro.

Poi toccherà alle aziende ospedaliere definire il plateau dei beneficiari. Certo è che il periodo di riconoscimento partirà da quando si è verificato il primo caso nelle Marche, quindi dal 25 febbraio fino al 31 luglio, termine fissato come fine dell’emergenza, sulla base di quanto stabilito dal Governo all’atto della dichiarazione dello stato di emergenza in Italia.

Altro punto cruciale della trattativa è stato quello della stabilizzazione del personale, tanto caro ai sindacati: nell’intesa siglata con la Regione infatti c’è anche questo in ballo, ovvero provvedere alla stabilizzazione dei precari che lavorano da almeno 36 mesi nelle strutture sanitarie marchigiane.

Matteo Pintucci, segretario regionale Fp Cgil Marche ha commentato spiegando che «l’incontro di oggi rappresenta un ulteriore passo avanti. Stiamo andando nella direzione giusta in base alla normativa vigente e alle risorse disponibili, chiaro che se il decreto 18 viene convertito in legge potrebbero aprirsi delle novità anche sul fronte dell’incremento delle risorse». Il prossimo incontro è stato fissato per giovedì prossimo.

«La Fp Cisl ha ribadito la necessità di trovare le modalità economiche per riconoscere una cifra complessiva adeguata per chi da settimane rischia la propria incolumità – dichiara il segretario regionale Fp Cisl Marche, Luca Talevi -,  chiedendo alla Regione un chiaro impegno in tal senso. Sinora la Regione ha ringraziato solo a parole gli “eroi” della sanità, ora con i fatti si devono dare risposte concrete e i sindacati opereranno per dare adeguate risposte alle legittime istanze dei lavoratori».

Secondo la Fials è fondamentale una mappatura e i fondi dovranno essere «distribuiti tra dirigenza e comparto oltre che tra le Aziende del Servizio Sanitario Regionale – spiega in una nota Luciana Porcelli, sub segretario regionale Fials Marche – e tale suddivisione deve essere condivisa con le organizzazioni sindacali», inoltre pone l’accento sul fatto che le indennità debbano essere cumulate e che il tempo di vestizione  da riconoscere fra entrata e uscita debba essere pari a 40-45 minuti. Sul fronte delle stabilizzazioni, «dopo un’attenta analisi della normativa si sono definite le linee di indirizzo da adottare per non perdere professionalità e dipendenti, per cui si vuole quanto prima arrivare alla pubblicazione delle linee di indirizzo per poter permettere alle Aziende sanitarie quanto prima la stabilizzazione del personale». La sub segretaria regionale Fials ha auspicato che «lo Stato stanzi ulteriori fondi per il personale impegnato nell’emergenza sanitaria, inclusi quelli che che andranno a lavorare presso il Covid hospital di Civitanova Marche, per una emergenza che non cesserà di certo il 31 luglio».

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