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Post covid, Acquaroli: «Rapporto costante con governo». Si punta su filiere ed ecosistemi

Il governatore e il vice presidente della giunta hanno illustrato le richieste poste dalla Regione all'esecutivo nazionale per sostenere la crescita economica

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

ANCONA – «È necessario un rapporto costante con il governo, che consenta all’esecutivo, attraverso le Regioni, di conoscere le legittime aspirazioni dei cittadini e delle imprese per tradurle in atti concreti». Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel suo discorso di apertura della conferenza stampa nella quale, affiancato dal vice presidente Mirko Carloni, ha illustrato le richieste che la Regione ha presentato al governo nazionale per sostenere la crescita economica post Covid-19 in sede di Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni, presieduta dalle Marche.

Il governatore ha sottolineato la necessità di fare squadra con le istituzioni centrali e con le categorie economiche per «dare corpo sia alla risposta sanitaria, sia a quella economica e, in particolare, alla disperazione assoluta che arriva dal mondo del lavoro». Acquaroli ha auspicato un confronto nel quale «le critiche positive non siano interpretate come un senso di attacco» perché «abbiamo bisogno di un rapporto alto e forte tra istituzioni».

Commentando le parole pronunciate dal premier Mario Draghi che nel corso della conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di ieri era intervenuto sulla questione dei sanitari no-vax, ha affermato che «solo il governo centrale può dirci se e come obbligare il personale sanitario a vaccinarsi: le Regioni, con gli strumenti che hanno a disposizione, non lo possono fare».  Acquaroli ha rimarcato che «il vaccino rappresenta l’unica arma per arginare il virus, l’unica speranza per consentire al sistema sanitario di respirare e a quello economico di rilanciarsi».

Mirco Carloni, assessore Attività Produttive e vice presidente Giunta

L’assessore alle Attività Produttive Mirco Carloni ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare «la crescita dimensionale delle imprese» spiegando che il modello economico a cui punta la Regione è quello delle filiere e degli ecosistemi che nascono e si sviluppano «intorno alle aziende leader, supportate da un adeguato sistema di logistica, di trasferimento tecnologico e di sostegno finanziario». Non però sostegni basati sul fatturato dell’anno scorso, ma sull’effettiva necessità di aiuto di cui hanno bisogno le imprese per poter ripartire.

Temi che il vice presidente della Giunta ha posto sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti al quale ha chiesto «finanziamenti adeguati, anche all’interno dei progetti del Recovery Fund» ritenendo che si tratti del modello «migliore per rafforzare il sistema produttivo marchigiano e farlo uscire dalle sua fragilità». Tre i settori maggiormente interessati allo sviluppo di questo modello: meccatronica, fashion e food. Infine ha spiegato che per ripartire occorre puntare su una Zona Economica Speciale per il Porto e l’Aeroporto e che è necessario defiscalizzare le aree della regione confinanti con quelle che beneficiano di interventi per il Sud Italia.

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