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Pnrr Marche, BankItalia: bandite procedure per 41% degli importi a gara. Quota maggiore avviata dai Comuni

Alla data del 10 ottobre risultavano assegnati 3,7 miliardi, pari a 2.492 euro pro capite, nell’ambito del Pnrr e del Pnc

Un momento della presentazione dell'Aggiornamento congiunturale

ANCONA – «Delle risorse Pnrr relative a progetti da realizzare nelle Marche fino a giugno 2023 (gare a partire dal 1° gennaio 2021, ndr), le amministrazioni pubbliche avevano bandito procedure per un importo stimato di circa 1,2 miliardi, pari a circa il 41% degli importi che necessitano di una gara». È quanto emerge dall’Aggiornamento congiunturale sull’economia delle Marche di Banca d’Italia illustrato il 7 novembre ad Ancona.

Secondo il report stilato da BankItalia, nel quale emerge anche un «indebolimento della fase ciclica registrato negli ultimi mesi del 2022, proseguito nella prima parte dell’anno in corso», rispetto alle risorse Pnrr assegnate «i Comuni sono gli enti che hanno avviato una quota maggiore di gare». Analizzando l’esito dei bandi di gara per l’aggiudicazione delle risorse e i successivi decreti di attribuzione «alla data del 10 ottobre risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici per progetti da realizzare sul territorio delle Marche 3,7 miliardi, pari a 2.492 euro pro capite, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), concentrati negli interventi associati alla missione dedicata alla inclusione e coesione» e «a quella relativa all’istruzione e ricerca».

Per il 32 per cento delle risorse finora assegnate, si legge nell’Aggiornamento congiunturale, «la responsabilità di gestione fa capo a operatori nazionali (enti pubblici e società partecipate); tra le amministrazioni locali il ruolo di maggiore rilievo spetta ai Comuni, competenti per il 35 per cento degli importi (valore superiore alla media nazionale».

Lo scorso agosto il Governo ha presentato una proposta di modifica del Piano «per tenere conto sia del mutato contesto geopolitico, a cui sono connessi alcuni fattori di ostacolo alla realizzazione delle opere (come ad esempio l’aumento dei costi), sia delle criticità emerse durante la prima fase di attuazione. In particolare, viene delineata la sostanziale eliminazione di nove misure concentrate nelle missioni 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e 5 “Inclusione e coesione”, la cui attuazione non è ritenuta compatibile con i tempi e le modalità di rendicontazione del Piano2. Guardando alle proposte di modifica riguardanti interventi sotto la responsabilità delle Amministrazioni locali, – si legge nella nota – a quelle da attuare sul territorio marchigiano sono state finora assegnate risorse per 0,4 miliardi (3,0 per cento del totale suscettibile di eliminazione a livello nazionale), prevalentemente di competenza comunale».

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