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Pendolaria, Legambiente: «Marche tra i territori con ritardo nello sviluppo delle infrastrutture del trasporto pubblico»

Il presidente regionale Ciarulli. «Serve la "cura" del ferro». La rete ferroviaria nelle Marche conta 385 km, di cui 201 a binario doppio, 184 a binario semplice, 267 elettrificati, 118 non elettrificati, 60 le stazioni

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La stazione ferroviaria Fs di Senigallia

ANCONA – «Il dossier Pendolaria evidenzia differenze tra il Nord e il Sud del Paese per quanto riguarda il trasporto ferroviario: le Marche si collocano tra i territori che mostrano un ritardo nello sviluppo delle infrastrutture del trasporto pubblico». A dirlo è Marco Ciarulli, presidente regionale di Legambiente, commentando l’ultimo report.

Secondo Legambiente Marche il trasporto su ferro «è fondamentale perché può consentire di migliorare la qualità di vita delle persone, per questo occorre che il focus sul dibattito nazionale si concentri sulle opere ‘reali’» che possono consentire alle Regioni di compiere uno scatto in avanti sul fronte della transizione ecologica.

La parola chiave per Legambiente è «decarbonizzazione: prima raggiungiamo gli obiettivi posti dal Green Deal europeo e prima imbocchiamo la strada giusta» che secondo Ciarulli passa attraverso un potenziamento del trasporto pubblico locale, incluso quello su ferro, e l’elettrificazione delle linee ferroviarie, «attualmente l’unica elettrificata nelle Marche è la Civitanova-Albacina».

Legambiente Marche tra le priorità include anche un potenziamento della metropolitana di superficie: «Se il trasporto pubblico fosse più diffuso e concorrenziale, le persone non esiterebbero a sceglierlo – dice -; per raggiungere questo obiettivo servono investimenti, una ‘cura’ del ferro» ovvero un potenziamento del trasporto ferroviario a tutto vantaggio della salute. «Nel 2021 in Italia sono state accertate oltre 47mila morti per inquinamento atmosferico, e i trasporti sono tra i principali inquinanti».

Accanto al tema della qualità di vita, Legambiente fa riferimento anche all’aspetto economico e turistico. «Bisogna indirizzare le risorse pubbliche sul trasporto, quest’anno per la prima volta dal 2017 nella legge di bilancio del governo nazionale non ci sono fondi per il trasporto rapido di massa, bisogna invertire la rotta, non solo a livello nazionale, ma anche nelle Marche sul fronte degli investimenti: se la media nazionale per il trasporto ferroviario ammonta allo 0,68% di investimenti sul bilancio regionale nelle Marche questa quota si ferma allo 0,08%, siamo terzultimi».

Tra le priorità per le Marche Ciarulli annovera il raddoppio della Orte Falconara, «un’opera strategica per il territorio se pensiamo all’insedimanento di Amazon all’Interporto e se pensiamo ai benefici per il turismo collegando l’entroterra con la costa del Conero».

Guardando ai dati presenti sul report Pendolaria, emerge che nel 2022 nelle Marche il numero di corse giornaliere di treni è stato pari a 161. L’età media delle flotte ammonta a 10,7 anni e il 38% dei treni ha più di 15 anni secondo Legambiente. Gli stanziamenti per il materiale rotabile hanno ammontato a 3,98 milioni di euro lo 0,08% sul bilancio regionale.

La rete ferroviaria nelle Marche conta 385 km, di cui 201 a binario doppio, 184 a binario semplice, 267 elettrificati, 118 non elettrificati, 60 le stazioni, 357 i km con rete a sistema Scmt e 31,6 a sistema Ssc. Per quanto riguarda le opere da realizzare Legambiente in Pendolaria cita la velocizzazione della Orte-Falconara, il Raddoppio PM228-Albacina, il nuovo collegamento PM228 – Castelplanio con by-pass di Albacina.

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