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Pandemia, Salvi dell’ospedale di Torrette: «Pronto Soccorso sta reggendo bene, solo 30% dei pazienti è Covid» – VIDEO

Il primario del nosocomio anconetano spiega che, nonostante l'ondata di contagi, la ricettività nel Pronto Soccorso è abbastanza ampia ed è garantita l'assistenza anche ai malati non Covid

Aldo Salvi

ANCONA – «Il Pronto Soccorso di Torrette sta reggendo bene l’onda d’urto». A parlare è Aldo Salvi, primario della Medicina d’Urgenza e del Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona che rassicura sul fatto che nonostante la pandemia di coronavirus il Pronto Soccorso non Covid «è garantito: è garantita la sicurezza ed è garantita l’assistenza».

«Abbiamo avuto dei problemi una settimana fa – precisa -, quando ancora non erano state aperte altre aree interne per i Covid, ma attualmente abbiamo quotidianamente 5-6 letti a disposizione, che soddisfano le esigenze del nostro Pronto Soccorso e che ci consentono di poter dare una mano anche a quelli vicini».

Rispetto alla prima fase emergenziale della pandemia di Covid-19, quando l’attività ordinaria dell’ospedale era rimasta paralizzata per accogliere l’ondata di polmoniti, oggi «non trattiamo solo i pazienti Covid – spiega il primario -: anzi, facendo un rapporto, il 70% dei pazienti è non Covid» e «solo il 30%» è positivo al virus e per questo va nelle aree destinate ai Covid, ma «non tutti poi risulteranno positivi e verranno ricoverati».

Snocciolando più nel dettaglio i numeri, il dottor Salvi sottolinea come «nell’ultimo mese abbiamo ricoverato circa 1.000 persone delle quali 850 non erano positive al virus e 150 erano pazienti Covid» a dimostrazione del fatto che «l’attività di secondo livello va avanti usualmente».

Al Pronto Soccorso i percorsi sono stati separati in area Covid e non Covid, non solo dal punto di vista degli spazi ma anche del personale, così da garantire una maggiore sicurezza ai pazienti. Affrontando l’annoso problema del sovraffollamento, il primario puntualizza che nonostante «alcune difficoltà possono esserci, specie in alcune ore del giorno, in linea di massima non abbiamo avuto grandissimi problemi, né quello che sento dire da altri Pronto Soccorso, soprattutto extra regione».

Negli altri ospedali della regione «c’è molta preoccupazione rispetto a quello che succederà – prosegue – e anche adesso alcuni Pronto Soccorso della regione sono un po’ in affanno, specie nella zona a sud delle Marche». Sul fronte della capienza, sono 20 i posti letti in medicina sub-intensiva (nella ex Medicina d’Urgenza), trasformata in area Covid, mentre altre 20 postazioni di primo accoglimento si trovano al Pronto Soccorso, dati che secondo il dottor Salvi tracciano un quadro che mostra come «la ricettività è abbastanza ampia per le nostre esigenze».

Certo «servirebbero più spazi – ammette – , ma purtroppo questo è un Pronto Soccorso pensato anni fa quando l’afflusso era molto inferiore e le attività anche». Intanto ulteriori posti andranno ad aggiungersi a quelli presenti: nel reparto di Medicina d’Urgenza è stato disposto un ampliamento che porterà alla realizzazione di  ulteriori 16 posti letto, «un bisogno che si era già manifestato» prima della pandemia.

I pazienti Covid in questa nuova ondata «arrivano prima e con sintomi più iniziali – osserva – e questo ci consente di iniziare una terapia più precocemente». E ancora: «La malattia non è cambiata, ci sono ancora le brutte polmoniti e ci sono ancora quelle situazioni critiche che richiedono tanto lavoro prima di poterle superare: quello che è cambiato è che sia i pazienti che gli operatori sanitari sono diventati più esperti».

Il primario evidenzia anche che la medicina del territorio «sta facendo un buon lavoro», e rimarca come questo sia fondamentale per non sovraccaricare il sistema. Inoltre invita la popolazione ad evitare di recarsi al Pronto Soccorso alla prima febbre: «Ci saranno molte febbri in questa stagione autunnale e invernale – conclude – , non potremo intasare il Pronto Soccorso: meglio attendere tre giorni e sentire il parere del proprio medico di famiglia prima di recarsi in ospedale», mentre «per sintomi respiratori associati a febbre suggerisco di recarsi al Pronto Soccorso anche precocemente».

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