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Marche, via libera al piano regionale per il turismo

Tre le direttrici principali individuate: gli investimenti sul brand Marche, riqualificazione della rete di accoglienza, costituzione di prodotti turistici. Il presidente Acquaroli: «Occorre superare il campanilismo»

Il palazzo ducale di Urbino

ANCONA – Con 18 voti a favore, 7 contrari e tre astenuti, ha avuto il via libera dall’Aula del Consiglio regionale il Piano triennale regionale del Turismo 2021/2023. Investimenti sul brand Marche da rafforzare sui mercati nazionali ed esteri, riqualificazione della rete di accoglienza e costituzione di prodotti turistici, sono le tre direttrici principali attraverso le quali passerà la promozione turistica del territorio.

Un piano triennale che si lega anche alle risorse del Recovery Fund, con investimenti su infrastrutture, rigenerazione dei borghi e delle periferie, il potenziamento delle strutture ricettive e la valorizzazione e messa in sicurezza dei luoghi di culto, gioielli architettonici, patrimonio di questa terra. Previsto anche l’impiego delle risorse comunitarie.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel suo intervento di chiusura dopo l’ampio dibattito che ha coinvolto tutte le forze politiche ha sottolineato l’importanza di creare sinergie fra i territori così da superare la frammentazione e il campanilismo. Alle critiche di mancata discontinuità sollevate dalla consigliera regionale dei dem Anna Casini, ha risposto: «In sette mesi non è facile crearla» specie in un periodo «fortemente condizionato dalla pandemia» 

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

Il governatore ha definito il piano del Turismo come uno strumento essenziale di programmazione, per rilanciare un settore chiave dell’economia marchigiana, dove però, come ha evidenziato, «i circuiti turistici non funzionano» e a tal proposito ha citato il Montefeltro e l’entroterra dell’Anconetano. Nell’ottica di rilancio del sistema si pongono anche l’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione e borghi, oggetto di una specifica proposta di legge presentata dalla Giunta e attualmente all’esame della Commissione Sviluppo economico, oltre alla legge per la valorizzazione dei borghi. 

Secondo Acquaroli è necessario potenziare l’offerta ricettiva, creare circuiti turistici e fermare lo spopolamento con investimenti mirati. «Il campanilismo è un limite quando diventa uno contro l’altro», ha detto, aggiungendo: «abbiamo molte eccellenze nelle Marche, ma occorre metterle in sinergia fra loro, per rendere i circuiti turistici i grandi attrattori». Mare, montagna, enogastronomia, borghi e sport solo le direttrici evidenziate dal governatore. «Finanzieremo tutto quello che occorre finanziare – afferma -, ma con una prospettiva diversa che veda le Marche al centro». 

Nell’ambito della predisposizione di prodotti turistici legati alla destinazione Marche, in Aula è stato precisato che questi saranno selezionati mediante un accurato marketing e commercializzati con strumenti innovativi. Interlocutori principali, in tal senso, saranno le agenzie turistiche che si occupano di incoming, i distretti turistici e chi opera nel settore. 

Bocciato l’emendamento del consigliere del Pd Romano Carancini con il quale si proponeva di sviluppare nelle Marche un target turistico per omosessuali e transessuali. La collega Anna Casini ha invece sottolineato che la Giunta raccoglie l’eredità dell’esecutivo precedente e che il secondo posto delle Marche nella classifica internazionale “Best in Travel 2020 – Top Ten Regions” di Lonely Planet, è frutto del lavoro della giunta Ceriscioli. Il dibattito in Aula si è scaldato per la consulenza eseguita da un operatore turistico romano che fa parte dell’organo politico di Fratelli d’Italia: Carancini ha affermato che l’incarico poteva essere affidato a un marchigiano, ma la maggioranza dal canto suo ha precisato che si è trattato di una consulenza a titolo gratuito. 

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