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Nuova scossa al largo della costa marchigiana, gli sfollati del Comitato 707: «Temiamo ulteriori danni alle abitazioni inagibili»

La nuova scossa di magnitudo 3.9 al largo della costa marchigiana ha riacceso i timori degli sfollati del Comitato 707 che da 10 mesi sono fuori dalle loro case

Carlo Terracciano, sfollato dalla sua casa in via Rossini 20 ad Ancona

ANCONA – «Ero a scuola quando ho sentito vibrare la sedia e le pareti e subito è tornata la paura». Sono le parole di Carlo Terracciano, portavoce del Comitato 707, costituito da una cinquantina di sfollati rimasti fuori dalle loro abitazioni dichiarate inagibili a seguito dello sciame sismico che ha preso avvio il 9 novembre del 2022 al largo della costa marchigiana con due prime scosse di magnitudo 5.5 e 5.2 a pochi minuti di distanza l’una dall’altra.

Terracciano, insegnante presso il liceo Rinaldini di Ancona, si trovava a scuola in vista della riapertura dell’anno scolastico alle 16,36 di oggi (8 settembre) quando i sismografi dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) hanno registrato un terremoto di magnitudo 3.9 al largo della costa marchigiana, a 6 chilometri di profondità, con epicentro in un’area a 30 chilometri a est di Fano e a 37 chilometri a nord est di Ancona, la stessa area che aveva già tremato a novembre dell’anno scorso.

Nel capoluogo marchigiano, dove non si segnalano danni a persone o cosa, la scossa è stata avvertita distintamente dalla popolazione, e sui social network sono state numerose le testimonianze delle persone che hanno sentito il sisma. «Questa scossa – prosegue – ha riacceso il timore che tante scosse, anche piccole, ma ripetute, possano causare ulteriori danni alle abitazioni dichiarate inagibili».

La nuova scossa di magnitudo 3.9 registrata nel pomeriggio di oggi al largo della costa marchigiana ha riacceso i timori degli sfollati del Comitato 707, da 10 mesi fuori dalle loro abitazioni dichiarate inagibili
I danni del sisma del 9 novembre 2022 in via Rossini ad Ancona (immagine di repertorio)

Terracciano con la sua famiglia viveva fino all’anno scorso ad Ancona, in una abitazione in via Rossini, vicino al liceo dove insegna, ma il 10 novembre del 2022, il giorno successivo alle prime due forti scosse, ha dovuto lasciare la sua casa (dichiarata inagibile) e trasferirsi a Senigallia in un hotel dove tutt’ora risiede. Una situazione, la sua, comune a quella degli altri sfollati costretti ormai da 10 mesi a vivere in affitto, o in sistemazioni di fortuna presso parenti o amici.

«Siamo preoccupati – spiega, facendosi portavoce anche degli altri sfollati che hanno aderito al Comitato – temiamo che la nostra situazione finisca in stallo». Proprio nei giorni scorsi è stata pubblicata la modulistica per richiedere il contributo di autonoma sistemazione «è un primo passo, ma 500 euro per due persone non sono sufficienti per affittare un appartamento ad Ancona» sostiene.

La richiesta del Comitato 707 è quella che «venga approvato il prima possibile in Parlamento, l’emendamento per agganciare il sisma del 2022 a quello del 2016, per noi questo è un passaggio fondamentale per poter cominciare a intravedere la possibilità di rientrare a casa, dopo i necessari lavori di sistemazione. Navighiamo a vista – spiega – in un mare nel quale si perdono facilmente gli orizzonti».

«Non possiamo far calare l’attenzione sulla nostra situazione – prosegue – chiediamo alle istituzioni locali di fare pressione sui livelli più alti per cercare di risolvere questa situazione. Ormai siamo fuori casa da 10 mesi e la nuova scossa non fa che ricordarci che la nostra battaglia è ancora aperta».

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