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Nasce Fare, bed & breakfast e affittacamere si associano. Sulle riaperture: «Il coprifuoco mette in crisi tutto il settore turismo»

Si è costituita la Federazione Associazioni Ricettività extralberghiere che punta a dar voce ai 1.800 realtà a carattere non imprenditoriale delle Marche. Ne abbiamo parlato con il presidente regionale Lorenzo Chiucconi

Lorenzo Chiucconi, presidente Fare, Federazione Associazioni Ricettività extralberghiere

ANCONA – Dare voce a un settore della ricettività, quello dei bed & breakfast e degli affittacamere, che nonostante a livello nazionale conti 183mila strutture che coprono il 55% dei posti letto e generano il 13% del Pil nazionale, fino ad oggi non aveva una sua rappresentanza sul fronte delle strutture non imprenditoriali né a livello nazionale né regionale.

È con questo obiettivo che le 1.800 strutture della regione a carattere non imprenditoriale e indipendenti si sono associate e il 15 aprile hanno dato vita nelle Marche a Fare, l’acronimo di Federazione Associazioni Ricettività extralberghiere, una associazione nazionale.

«Siamo apartitici e apolitici – puntualizza il presidente di Fare, Lorenzo Chiucconi, titolare di Arco dei Angeli, bed and breakfast winery di Ancona -, il nostro obiettivo è dare voce alle associazioni regionali, dal momento che ogni regione ha una sua legislazione in materia di strutture di ricettività extralberghiere».

A far parte della Federazione Fare, 40 associazioni del settore extralberghiero, fra le quali c’è anche Asso B&B Marche, il primo sindacato di categoria a tutela delle strutture non imprenditoriali.

Chiucconi fa notare che a livello nazionale c’è disomogeneità sul fronte dei regolamenti così come sono declinati a livello regionale, e ad esempio se nelle Marche i posti letto previsti da regolamento per i bed and breakfast sono 6, in Sicilia sono addirittura il doppio (12), mentre la Toscana ne conta 8, per questo a livello nazionale Fare si propone di avviare un dialogo con il ministro.

Nelle Marche il confronto con la Regione è già stato avviato e dopo un primo vertice con il governatore Francesco Acquaroli, che ha la delega per il Turismo, la Federazione è entrata a far parte degli attori coinvolti nella realizzazione del piano regionale triennale per il turismo 2021-2023, in corso di approvazione.

«Anche noi, insieme alle categorie, ora facciamo parte del Comitato del Turismo regionale – spiega -: passare da zero ad arrivare a decidere le sorti del turismo regionale, abbiamo compiuto un importante passo avanti, è un successo enorme. Speriamo, di qui a poco, di poter avere un nostro rappresentante anche a livello nazionale».

Il presidente regionale della federazione Fare sottolinea che, ad oggi nell’ambito dei diversi provvedimenti che si sono succeduti, si è sempre parlato di imprese turistiche dimenticandosi che i due terzi della ricettività in Italia è extralberghiera e in forma non imprenditoriale, ma a conduzione familiare, e che «nel tempo ha dovuto subire in silenzio leggi sempre più restrittive» senza avere mai voce in capitolo né tanto meno sostegni economici.

Chiucconi ricorda che Asso B&B era nata nel gennaio del 2020 anche per opporsi alla misura ventilata dalla passata giunta regionale che voleva lasciare chiusi per 6 mesi i bed and breakfast delle Marche, «una catastrofe» che l’associazione era riuscita a fermare. Nelle Marche sono 9mila i posti letto offerti da queste strutture a carattere familiare che danno lavoro a circa 3mila persone.

Ora i riflettori della federazione sono tutti puntati sulle riaperture e sul nodo coprifuoco alle 22. Ieri – 26 aprile – è andato in vigore il nuovo decreto che consente alle attività di ristorazione di riaprire a pranzo e cena in zona gialla ma solo all’aperto e con l’orario del coprifuoco confermato dalle 22 alle 5. Una questione che tocca anche queste strutture, dal momento che possono offrire ai loro ospiti solo la colazione, ma a differenza degli hotel o degli agriturismo, per il pranzo e la cena gli ospiti devono andare fuori.

«Per noi è un problema – spiega Lorenzo Chiucconi -, con il coprifuoco alle 22 e potendo consumare solo all’esterno, se dovesse piovere dove vanno queste persone a mangiare? Si devono rifugiare in camera». Il presidente regionale di Fare spiega che chi ha la possibilità può mettere a disposizione la sala colazioni, dove l’ospite può portarsi il cibo.
Ma si tratta di casi limitati, perché alcune di queste strutture hanno poco spazio e possono contare solo su una scrivania in camera da letto: «Tutto questo si traduce in un disagio per l’ospite» spiega, facendo notare che nel caso di due persone con un bambino in una camera «si finisce per mangiare sopra il letto».

La preoccupazione è per l’imminente stagione estiva. Se dovesse rimanere il coprifuoco anche per luglio e agosto il rischio è che «non verrà più nessuno» o che i soggiorni si riducano a pochi giorni con conseguenze per tutto l’indotto, perché come fa notare «se un turista non va in un bed and breakfast non va nemmeno al ristorante».

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