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Montacuto, detenuto si lancia con un cappio al collo, salvato dalla penitenziaria. Casciato: «Personale all’osso»

Il detenuto è stato salvato da un gruppo di agenti. Il sindacato Fsa-Cnpp lancia l'allarme sulla carenza di personale che in estate rischia di aggravarsi con il piano ferie

Il carcere di Montacuto
Il carcere di Montacuto

ANCONA – Si è salvato solo grazie all’intervento tempestivo di un gruppo di agenti della polizia penitenziaria, un detenuto 30enne che nel pomeriggio di ieri si è gettato dalla recinzione del carcere di Montacuto dopo essersi legato un cappio al collo.

Il detenuto di origini straniere, recluso nella sezione comune, intorno alle 13 di ieri, si era arrampicato sulla recinzione del campo sportivo del carcere per protestare contro alcuni rapporti che sarebbero stati disposti nei suoi confronti da alcuni agenti per problematiche legate alla condotta, che gli avrebbero fatto perdere alcuni benefici.

Il 30enne dopo essersi legato al collo un lenzuolo, stretto all’inferriata della recinzione, ed aver inscenato una protesta di oltre un ora, con gli agenti che cercavano di dissuaderlo dal compiere il gesto estremo, si è lanciato, ma fortunatamente un gruppo di 7 agenti lo ha preso prima che impattasse a terra.

Un soccorso che ha scongiurato conseguenze estreme. Dopo aver sciolto il cappio, l’uomo è stato soccorso dal personale sanitario della struttura, e visto lo stato di agitazione è stato trasferito al Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, dove è stato poi ricoverato nel reparto di Psichiatria per le cure del caso.

Il segretario regionale del sindacato Fsa-Cnpp, Riccardo Casciato pone l’accento sulla carenza di personale nella struttura detentiva: «Siamo all’osso con il personale – spiega – da 174 agenti che dovremmo essere siamo solo in 108 e ora, con l’estate e il piano ferie, la situazione si farà ancora più preoccupante».

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