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Micam, al via la fiera di Milano. Silenzi: «Il calzaturiero marchigiano ha bisogno di sostegno. Quadro politico instabile»

Si apre oggi il salone internazionale delle calzature, l'appuntamento più importante per il settore, provato dalla crisi degli ultimi anni. Abbiamo approfondito il tema con Paolo Silenzi, componente dell'Azienda Speciale Moda della Camera di Commercio delle Marche e presidente regionale della Cna

Da oggi e fino al 21 febbraio un centinaio di imprese marchigiane espongono le nuove collezioni al Micam Milano, il salone internazionale delle calzature. Si tratta dell’appuntamento più importante per il settore, provato dalla crisi degli ultimi anni. Una vetrina sulla quale le imprese marchigiane, concentrate soprattutto nel distretto del fermano, guardano con speranza.

«Siamo molto preoccupati – dice Paolo Silenzi, componente dell’Azienda Speciale Moda della Camera di Commercio delle Marche e presidente regionale della Cna – il settore calzaturiero risente dell’inflazione, dell’aumento del costo delle materie prime e delle tensioni geopolitiche internazionali». Prima la guerra in Ucraina, che ha obbligato le imprese a riorientare il proprio export verso altri mercati, puntando al Medio Oriente, poi il conflitto tra Israele e Hamas, che si è allargato con la crisi in Mar Rosso: un quadro geopolitico che ha ripercussioni sul mercato, come «non è da sottovalutare – spiega Silenzi – il rallentamento dell’economia tedesca, per noi calzaturieri marchigiani un mercato di riferimento. Questo può portare ad una riduzione dei consumi e quindi ad una contrazione del budget per gli acquisti dei buyer presenti in fiera».

La speranza dei calzaturieri è quella che «la congiuntura internazionale si stabilizzi e che non ci sia una fase di recessione». Un settore che «risente anche degli effetti del cambiamento climatico e delle abitudini di acquisto dei consumatori: oggi – prosegue – i consumatori guardano anche all’etica e alla sostenibilità di un prodotto, ma anche a come si comunica. In questa fase è fondamentale non solo la digitalizzazione dei processi, ma anche quella della comunicazione con le vetrine sui canali social e sul web».

«Le aziende – spiega Silenzi – oggi sono sane e competitive, si sono innovate e hanno prodotti appetibili sul mercato, ma pesa la situazione congiunturale per questo hanno bisogno di un sostegno per ammortizzare gli effetti negativi del quadro geopoliotico». Tra gli strumenti invocati ci sono «la cassa integrazione, i crediti di imposta e la formazione per favorire il cambio generazionale e l’occupazione».

Per quanto riguarda i mercati su cui puntare Silenzi cita «l’Europa, ovviamente inclusa l’Italia, da sempre ‘core business’ da presidiare e mantenere. Stiamo lavorando molto bene con il Giappone, che nonostante lo Yen sfavorevole non rinuncia ad acquistare eccellenze Made in Italy, invece la Cina è un mercato più complesso – conclude – i numeri sono più esigui, ma in crescita».  

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