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Mascherina su nei luoghi di lavoro privati. Avitabile (Federfarma): «Nelle farmacie delle Marche situazione tranquilla»

Frenata del governo e delle parti sociali sulla mascherina nei luoghi di lavoro privati. La posizione è quella della prudenza

Immagine di repertorio

ANCONA – Mascherina sul volto nei posti di lavoro privati almeno fino a giugno. È la posizione emersa mercoledì, 4 Maggio, nel vertice tra sindacati, Inail, Ministero del lavoro, ministero della Salute e ministero dello Sviluppo Economico. Una intesa che ha confermato il protocollo dell’aprile 2021 per i luoghi di lavoro privati sia al chiuso sia all’aperto in caso di condivisione dello stesso ambiente (per i dipendenti che vengono a contatto con il pubblico, come dentro un supermercato), e non nella pubblica amministrazione, fino al 15 giugno.

Trascorsa quella data ci sarà un nuovo “giro” di verifica per stabilire se mantenere ancora la misura o meno, ma visto che tendenzialmente l’estate corrisponde ad una flessione decisa dei contagi è probabile che poi verrà abbandonata. La posizione del governo e delle parti sociali rappresenta di fatto una frenata rispetto alla fine delle restrizioni anti-Covid varata solo pochi giorni fa.

Ecco dove resta l’obbligo di mascherina e green pass

Con l’allentamento delle misure restrittive, avvenuto il primo maggio, in molti locali al chiuso la mascherina non è più obbligatoria, ma in altri è ancora necessario indossarla. Quali? La mascherina resta obbligatoria fino al 15 giugno a bordo dei mezzi di trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, negli ospedali, nelle Rsa, nelle strutture socio-sanitarie, nei cinema, nei teatri, nei locali di intrattenimento e musica dal vivo e per tutti gli eventi e competizioni sportive al chiuso.

Tra gli allentamenti scattati dal primo maggio, c’è anche l’addio, o quasi, al green pass: la certificazione verde è infatti ancora obbligatoria in alcune ambienti. Il super green pass (quello che si ottiene con la vaccinazione o la guarigione dal Covid) resta obbligatorio fino alla fine dell’anno per le professioni sanitarie, ovvero medici, infermieri, personale sanitario, e per i lavoratori delle Rsa. Certificazione richiesta anche ai visitatori di queste strutture. Nessun obbligo invece per i degenti o per chi va per motivi di salute.

Federfarma: «La mascherina? In farmacia già si indossa»

Andrea Avitabile, presidente Federfarma

Sulla questione si è espressa anche Federfarma che in una circolare inviata alle farmacie, dove l’obbligo è decaduto dal primo maggio, ha raccomandato prudenza, un messaggio da veicolare anche alla clientela con cartelli affissi sulle vetrine. «La sicurezza dei lavoratori è in capo ai titolari delle farmacie – spiega il presidente regionale Federfarma, Andrea Avitabile – e la maggior parte dei farmacisti chiedono ai loro dipendenti di indossarla per una maggiore sicurezza, magari non la Ffp2, ma la chirurgica sì. L’obbligo dunque non cambia nulla per noi perché già si indossa».

Per quanto riguarda i clienti «è fortemente raccomandato l’utilizzo della protezione delle vie respiratorie per un profilo di sicurezza – spiega – , in ogni caso quasi tutti entrano in farmacia con la mascherina, c’è ancora un po di paura, anche perché la farmacia è vista come un luogo sanitario e questo evidentemente spinge anche ad una maggiore attenzione e prudenza».

Avitabile spiega che «tra le persone che vengono in farmacia c’è ancora molto senso di responsabilità, dal primo maggio non c’è stato, almeno da noi, un “tana libera tutti”. Nelle farmacie delle Marche la situazione è tranquilla e dal primo maggio non ci sono stati problemi: in quei pochi casi in cui c’è stato qualcuno che è entrato in farmacia senza mascherina è stata subito fornita da noi».

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