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Marche verso la zona gialla? Pompili: «Ci possiamo sperare»

Il responsabile del servizio epidemiologia della Regione Marche spiega che ricoveri e casi positivi sono in discesa nella nostra regione, un trend che se confermato potrebbe far tornare le Marche in zona gialla dalla prossima settimana

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ANCONA – L’indice Rt delle Marche si piazza a quota 0,98. È quanto emerge dal report settimanale di monitoraggio del ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità. A livello nazionale l’Rt medio è 0,97, in calo dopo cinque settimane di crescita. A guidare la classifica con il valore più alto dell’indice c’è il Molise (1,38), seguito dalla  Sicilia (1,27), Valle d’Aosta (1,12), Basilicata (1,12), Puglia (1,08), Umbria (1,05), Abruzzo (1.05), Piemonte (1.04), Provincia autonoma di Bolzano (1.03), Calabria (1.02), Liguria (0,99).

Più in giù le Marche (0,98) e la Toscana (0,98), seguite da Emilia Romagna (0,97), Sardegna (0,95), Lazio (0,94), Provincia autonoma di Trento (0,9), Friuli Venezia Giulia (0,88), Lombardia (0,82), Veneto (0,81) e Campania (0,76). La nostra regione è stata classificata in fascia “moderata ad alto rischio di progressione a rischio alto” insieme al Molise, Valle d’Aosta, Lazio e Provincia autonoma di Trento. Una buona notizia visto che la settimana scorsa le Marche erano a rischio alto.

Il tutto lascerebbe intravedere per le Marche la speranza di poter rientrare in zona gialla dopo due settimane in arancione. «Questa settimana l’incidenza dei nuovi casi è stata complessivamente più bassa, si registra una variazione più importante di casi sia sintomatici che asintomatici» spiega Marco Pompili, responsabile del servizio epidemiologia della Regione Marche. Le Marche dopo un Rt a 0,97 la scorsa settimana (riferito a due settimane fa) passa a 0,98 questa settimana (indice calcolato sulla settimana precedente), ma il trend è in discesa, come conferma il dottor Pompili che spiega «l’indice più basso lo avremo questa settimana sulla valutazione che uscirà venerdì prossimo: ci aspettiamo un Rt intorno allo 0,9». Una buona notizia che darebbe respiro alle attività costrette alla chiusura in zona arancione come bar e ristoranti, oltre ai centri commerciali nei festivi e pre-festivi.

L’epidemiologo spiega che per quanto riguarda gli altri parametri  vengono valutati i livelli di occupazione delle strutture ospedaliere, sia in terapia intensiva che nei reparti non intensivi. La soglia massima che fa scattare misure più restrittive oltre al valore dell’Rt è il livello di pressione sulle terapie intensive che non deve superare il 30% e quello sui reparti non intensivi (40%): le Marche anche questa settimana erano fuori parametro perché il livello di occupazione in terapia intensiva è del 35,9%, mentre in area medica del 46%, come afferma Pompili.

Per definire in che zona di rischio e dunque di che colore sarà una regione, vengono presi in considerazione anche la variazione di casi da una settimana all’altra, la percentuale di positivi sui tamponi e altri valori «ma i più importanti nella valutazione sono i ricoveri in terapia intensiva e in area medica» spiega Pompili. L’epidemiologo sottolinea «avremo meno casi positivi» e «un indice Rt sotto a 1» che però da solo non è più sufficiente per far tornare le Marche in zona gialla: «Dobbiamo vedere quanto calano i ricoveri nei prossimi 4 giorni» spiega, «se prosegue il trend in calo e il carico ospedaliero si riduce ancora un pò, possiamo pensare che come parametri siamo abbastanza in linea per essere classificati a rischio moderato». Secondo Pompili insomma nella zona gialla «ci possiamo sperare» anche perché quando si riduce l’incidenza «dopo una decina di giorni iniziano a ridursi anche i ricoveri».

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