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Mancata formazione agli infermieri, Nursind diffida Torrette: «Basta sacrifici»

Il sindacato delle professioni infermieristiche lamenta il trasferimento del personale a tempo determinato tra i reparti dell'ospedale e nelle aree covid senza garantire prima un adeguato tutoraggio. La replica di Torrette

ANCONA – Il sindacato delle professioni infermieristiche Nursind ha diffidato la direzione ospedaliera di Torrette per mancata formazione e tutoraggio degli infermieri. Con l’emergenza covid-19 che ha portato ad una nuova ondata di ricoveri e i reparti costretti a doversi adattare alle mutate esigenze, il tutto unito alla cronica carenza di personale, «la direzione aziendale ha disposto il cambio assegnazione di sede immediata di molte unità infermieristiche a tempo determinato» spiega Elsa Frogioni, delegata aziendale del Nursind Ancona. In pratica gli infermieri a tempo determinato sono stati spostati di reparto, anche in aree covid, senza ricevere prima una formazione, secondo quanto lamenta il sindacato.

«Ci si sta nuovamente approfittando della buona volontà degli infermieri – spiega Elsa Frogioni – continuano a chiedere sacrifici al personale che non si esime dal fare il suo lavoro, ma i colleghi a tempo determinato, che sono soprattutto giovani, vengono inseriti da un reparto all’altro senza affiancamento. Serve una corretta pianificazione dei turni per evitare che il personale finisca allo stremo: non si possono fare 4 ore in un reparto covid e poi altre 4 in medicina d’urgenza, sarebbe bastato programmare il secondo turno in un reparto più leggero. Basta chiedere sacrifici».

Secondo il Nursind gli infermieri si sono ritrovati a lavorare «in contesti diversi, anche emergenziali, senza adeguato periodo di affiancamento-tutoraggio, ponendoli così in grave rischio e responsabilità nella garanzia e sicurezza dei pazienti». Per questo il sindacato che tutela la categoria ha deciso di diffidare la direzione ospedaliera degli Ospedali Riuniti di Ancona nel «gestire le risorse umane infermieristiche senza considerare l’opportuna formazione professionale e tutoraggio quando chiamati ad intervenire in setting assistenziali differenti».

Inoltre il sindacato ha sollecitato la direzione alla pianificazione di turni differenti e alla corretta distribuzione dei carichi di lavoro, per evitare turni spezzati (4 ore in un reparto e altre 4 in un altro) come tra l’Obi Covid e la medicina d’urgenza, che «sta causando un sovraccarico estenuante sui colleghi con conseguenze molto dannose per la loro salute».

L’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

Ma a Torrette replicano che «la seconda fase emergenziale sars cov2, ha determinato una risposta veloce ai bisogni di salute dei pazienti presenti al Pronto Soccorso, con la necessità di assegnare loro un posto letto» spiega Rosalia Mercanti, dirigente dell’area infermieristica degli Ospedali Riuniti di Ancona. L’ospedale regionale ha dovuto aprire una area covid temporanea (COV 1B) nel reparto di Medicina Interna, d’Urgenza e Subintesiva, presso i locali della nuova area Obi, recentemente inaugurata, dove sono presenti 10 posti letto.

A questa area sono stati destinati 7 infermieri a tempo determinato «ad integrazione delle unità già presenti nel Dipartimento di Emergenza per un totale di 10 unità infermieristiche, 2 infermieri turno Mattino Pomeriggio e Notte. Di queste 7 unità – prosegue – , 5 sono con esperienza presso Aree covid durante il periodo di marzo, aprile e maggio». Inoltre precisa che «in ogni turno» è stata garantita in affiancamento alle una unità a tempo determinato di nuova assegnazione, una infermiere esperto del reparto Medicina Interna, d’Urgenza e Subintesiva e di un ulteriore infermiere con esperienza nella terapia intensiva.

«Si è disposto poi, l’alternanza di 4 ore in Area COV 1B temporanea e 4 ore in Sod di Medicina Interna, d’Urgenza e Subintesiva, per garantire un tempo di vestizione con i dovuti Dpi, adeguato ai livelli di tolleranza del personale». Il direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti di Ancona Antonello Maraldo sottolinea che èè stato garantito l’affiancamento per i nuovi assunti e spiega «in epoca di guerra servono risposte immediate, inoltre già nei mesi estivi gli infermieri avevano dato prova di essere in grado di affrontare in maniera straordinaria l’emergenza, quindi era inutile sprecare tempo per formare personale che era già formato, quando tempo non c’è. Cosa diversa per i due nuovi assunti per i quali è stato disposto un affiancamento con personale esperto e non sono mai stati lasciati soli». 

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