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Lezioni nei parchi, il Comitato Priorità alla Scuola delle Marche dice «basta alla Dad»

«La didattica a distanza non è scuola», sostiene. E ora sta lavorando a un'iniziativa per portare le lezioni all'aperto. Intanto sollecita la giunta Acquaroli a un incontro per l'organizzazione dei trasporti in vista di una possibile riapertura

ANCONA – Lezioni all’aperto per dire no alla didattica a distanza. È l’iniziativa a cui sta lavorando il comitato Priorità alla Scuola delle Marche sulla scia di SchoolsForFuture, il movimento partito da Torino che ora si sta diffondendo a macchia d’olio anche al resto d’Italia.

A dar vita all’iniziativa è stata Anita, una studentessa piemontese, che invece di fare lezione restando chiusa fra le pareti domestiche, è andata davanti alla sua scuola armata di computer per l’ora di didattica a distanza. Un flash mob molto particolare con l’intento di sensibilizzare sulla situazione critica vissuta da tanti studenti italiani che possono seguire le lezioni solo da remoto.

Un gesto emulato anche a Firenze e in altre località italiane, con il quale gli studenti di medie, superiori e università vogliono far valere il loro diritto all’istruzione. Nei giorni scorsi anche ad Ancona, davanti al Liceo Rinaldini due ragazze hanno fatto lezione per un’ora fuori dalla loro scuola.

Ma il comitato Priorità alla Scuola, che raccoglie genitori, insegnanti, nonni e tutti coloro che hanno a cuore il mondo dell’istruzione, pensa in grande e vuole proseguire nell’iniziativa ampliandola ulteriormente, in modo da prevedere lezioni «davanti alle scuole che hanno una logistica che consente di ospitare docenti e alunni senza creare assembramenti o nei parchi» spiega Livia Accorroni del Comitato di Ancona.

«Un modo anche per portare contenuti di arte e storia in contesti esterni alla scuola – prosegue – ma anche per tenere viva l’attenzione. Ad oggi in Italia ci sono 4 milioni di studenti a casa e di conseguenza 8 milioni di genitori che hanno i figli che non possono andare a scuola, una situazione critica che sta passando sotto traccia».

La protesta a Torino del Comitato Priorità alla Scuola

La rappresentante del Comitato evidenzia un certo scoraggiamento nelle famiglie: «Ci scrivono tanti genitori chiedendoci di intervenire, perché la didattica a distanza non è scuola, inoltre sono preoccupati per i trasporti pubblici dove i figli rischiano il contagio» spiega, sottolineando che sono tornati a scrivere alla giunta regionale per sollecitare un incontro.

Il comitato già da tempo chiede il potenziamento delle corse del trasporto pubblico, vero nodo del contagio perché come spiega «la scuola non è acceleratore di contagio, ma baluardo del tracciamento». In vista delle possibili riaperture, ventilate a livello nazionale, secondo il comitato diventa sempre più prioritario organizzare il trasporto scolastico.

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