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Lavoro, crollano le assunzioni nel primo trimestre. Cgil: «Puntare sui fondi europei»

I dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps elaborati dagli uffici Ires del sindacato, mostrano una contrazione delle assunzioni del 26,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. A pagare il prezzo più salato sono i giovani

ANCONA – Crollano le assunzioni nelle Marche e a pagare il prezzo più salato sono i giovani. A lanciare l’allarme è Cgil Marche sulla base dei dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps elaborati dagli uffici Ires del sindacato. Dalla fotografia scattata da Cgil Marche emerge che il crollo interessa soprattutto le assunzioni precarie che fra gennaio e marzo 2020 hanno segnato un -26,8% rispetto allo stesso periodo del 2019 con 13mila dipendenti in meno assunti e addirittura un -34,9% rispetto agli stessi medi del 2018.

La tipologia contrattuale che registra il crollo maggiore è il contratto intermittente che segna un -38,0%, seguito dal contratto di somministrazione con un -32,6% e dai contratti a termine che toccano un -26,3%. Più contenuta invece la contrazione registrata dai contratti stagionali (-4,8%) e dai contratti a tempo indeterminato (-18,6%).

In linea generale le assunzioni complessive eseguite nelle Marche mostrano una diminuzione maggiore rispetto a quelle delle altre regioni del centro dove il calo tocca il -23,6% e del resto del Paese dove segna un -24,2%. In crescita le cessazioni, che segnano un -4% rispetto a quelle del centro Italia e un -1,9% rispetto al resto del Paese.

Analizzando il dato delle nuove assunzioni emerge invece che solo il 18,9% di queste sono a tempo indeterminato, mentre una quota più consistente il 39,9% sono contratti a termine e il 16,8% sono contratti di somministrazione.

Insomma un quadro complesso, quello del mercato del lavoro, sul quale la crisi innescata dal lockdown non farà altro che infierire ulteriormente. «Questa pandemia – spiega Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche – deve farci riflettere sulla necessità di superare i ritardi e le debolezze del sistema produttivo marchigiano spesso caratterizzato da lavoro povero e discontinuo e da produzioni ed attività scarsamente innovative e puntare su un nuovo modello di sviluppo, incentrato su qualità del lavoro, sostenibilità e innovazione digitale, anche utilizzando al meglio e rapidamente le risorse europee»

Daniela Barbaresi e Giuseppe Santarelli

«Le dinamiche sulle assunzioni del primo trimestre indicano, in maniera chiara, che i primi a pagare le conseguenze della crisi economica dovuta al Covid-19 sono stati i soggetti più deboli presenti nel mercato del lavoro, i giovani in primo luogo – commenta Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche – . Ma anche quelli senza tutele e cassa integrazione e che hanno usufruito solo in alcuni casi dei bonus o della Naspi».

Dati che secondo Santarelli mostrano la tendenza nelle Marche verso il consolidamento di un «lavoro povero e discontinuo e da produzioni ed attività scarsamente innovative». «Il Covid-19 aggraverà una situazione, dunque, già complicata. Per questo – conclude – , sarebbe necessario puntare su nuove strategie industriali ed economiche utilizzando le risorse europee ed elevando i livelli degli investimenti privati».

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