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Quattro pazienti operati all’Inrca di Ancona, ma la direzione sanitaria richiama i chirurghi: «Dovevano andare all’ospedale di Osimo»

La forzista anconetana Dai Prà solleva la vicenda degli interventi di colecistectomia eseguiti all'Inrca del capoluogo anziché ad Osimo e si oppone al depotenziamento della struttura dorica. Ecco cosa è successo

Da sinistra Clemente Rossi, Maurizio Gasparri, Daniele Silvetti e Teresa Dai Pra

ANCONA – Nuove polemiche si abbattono sull’Inrca di Ancona. L’esponente politico anconetano di Forza Italia, Teresa Stefania Dai Prà, aveva più volte denunciato il tentativo di smantellare la struttura di Ancona, polo di eccellenza nella presa in carico dei pazienti geriatrici, per via delle «continue emorragie di personale medico». Ora Dai Prà evidenzia che, negli ultimi giorni, si è aperto un ulteriore fronte che riaccenderebbe i riflettori sul depotenziamento dell’Inrca di Ancona in favore di quello di Osimo: è venuta a conoscenza di una lettera di diffida, inviata dalla direzione sanitaria del nosocomio geriatrico ai chirurghi dorici che si occupano di colecistectomie. Al centro della questione gli interventi eseguiti su quattro pazienti che sono stati operati ad Ancona anziché ad Osimo.

Un richiamo, quello fatto ai chirurghi da parte della direzione sanitaria, cha fa insorgere il partito Berlusconiano, confermando di fatto il depotenziamento della struttura di Ancona con trasferimento di reparti verso il polo osimano. «L’interesse di Forza Italia – spiega – è tutelare la salute dei cittadini che non sono, né devono essere trattati come merce da spedire. A noi non interessa il numero di interventi da effettuare in un ospedale anziché in un altro ma la certezza che il paziente venga operato e accudito nel suo percorso riabilitativo in tutte le sue criticità».

Nella missiva inviata dalla direzione ospedaliera si faceva infatti riferimento alla necessità di operare ad Osimo per interventi di colecistectomia per «raggiungere l’obiettivo dei volumi minimi» stabilito dal decreto 70/2015, «oltre che dalle direttive regionali applicative». Nella lettera si riporta che la sede individuata per questi interventi è quella di Osimo e che, al mancato raggiungimento dei volumi, si verrebbe a creare un probabile «abbattimento anche economico dell’attività produttiva».

Ma l’esponente politico di Forza Italia difende a spada tratta la struttura dorica, senza per questo non voler tutelare alla stessa maniera il nosocomio osimano. Dai Prà spiega che «alcuni dei pazienti operati ad Ancona erano già ricoverati nella struttura e le loro condizioni estremamente delicate» per cui non avrebbe avuto «senso spostarli ad Osimo». Oltretutto si tratta di pazienti affetti da comorbilità importanti, come fanno notare: «I pazienti cardiopatici possono avere assistenza cardiologica nel nosocomio di Osimo? Possono avere il servizio Uti? Sono questi i concetti che ci interessano e che difendiamo, la salute dei pazienti, non i calcoli economici su cui pressare i chirurghi».

«Forza Italia difende da anni tutta la sanità territoriale – prosegue – perché siamo convinti che solo una sanità pubblica ampia e capillare può offrire assistenza a tutti i cittadini pertanto, coloro che in malafede continuano a considerare la nostra battaglia una lotta discriminatoria verso il nosocomio di Osimo sono davvero fuori strada.
Nella città Osimana l’ospedale è fondamentale, e deve essere potenziato nei servizi già esistenti. Dobbiamo tutelare il lavoro che personale medico ed infermieristico svolge ogni giorno, ma è evidente che per sua natura strutturale e specialistica non può erogare alcuni servizi essenziali come accade invece nell’Inrca di Ancona che è, ricordiamolo sempre, una eccellenza regionale di natura statale».

La forzista auspica un intervento della Regione Marche in tempi rapidi sulla vicenda «consapevole che sapranno agire al meglio per il bene dei nostri cittadini».

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