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Inchiesta fondi regionali Aerdorica, dipendenti pronti a costituirsi parte civile

Chiederanno alla Procura di essere sentiti come persone informate dei fatti. Per 23 di loro il 31 dicembre si è aperta la procedura di licenziamento collettivo per esubero, mentre altri 16 hanno scelto l'uscita volontaria

Un momento della conferenza stampa. Da sinistra Talacchia e Canafoglia

ANCONA – I dipendenti di Aerdorica sono pronti a costituirsi parte civile nell’ambito del processo che seguirà l’inchiesta della Procura della Repubblica sull’utilizzo dei fondi stanziati negli anni dalla Regione alla società che gestiva l’Aereoporto delle Marche.

Sono preoccupati per il loro destino occupazionale dal momento che per 23 di loro il 31 dicembre scorso si è aperta la procedura di licenziamento collettivo per esubero, mentre altri 16 hanno scelto l’uscita volontaria. Sulla questione c’è una trattativa sindacale in corso, ma intanto i dipendenti invocano chiarezza e chiederanno di essere sentiti dalla Procura come persone informate sui fatti. Inoltre intendono costituirsi parte civile nel processo che deriverà dall’inchiesta anche per chiedere un risarcimento danni.

La questione è stata oggetto questa mattina (24 gennaio) di una conferenza stampa indetta da Ugl nella sede di Ancona. «Il danno non è solo per i contribuenti marchigiani che hanno visto volatilizzare 100 milioni di euro dati alle casse di Aerdorica, ma anche per i dipendenti della società che per anni si sono sobbarcati sacrifici enormi e in questo momento sono anche a rischio licenziamento», osserva Corrado Canafoglia, il legale di Unione Nazionale Consumatori che assiste i 45 dipendenti di Aerdorica iscritti ad Ugl.

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La Commissione di inchiesta Regionale, conclusa nel 2018 «ha vagliato le condotte limitando però la propria attenzione al periodo 2008 – 2015 e quindi alle sole giunte presiedute dal governatore Spacca, omettendo ogni analisi sul prima e soprattutto sull’attuale giunta Ceriscioli», spiegano il segretario generale Ugl Renzo Talacchia e Corrado Canafoglia.

«Nel corso degli ultimi mesi abbiamo cercato insieme ai referenti dell’azienda, in tutti i modi, di evitare possibili licenziamenti – spiega Renzo Talacchia -. Conoscere oggi che pubblici amministratori hanno forse sottratto soldi ad Aerdorica per altri motivi ci fa riflettere e pensare molto. Se i capi di imputazione fossero veri vorrebbe dire che abbiamo svenduto posti di lavoro».

Nessuna velleità giustizialista da parte dei dipendenti, precisa Canafoglia, «ma soddisfazione per il fatto che la Procura abbia alzato il velo su una situazione che i dipendenti e il sindacato avevano sempre sollevato in questi anni». L’indagine, evidenzia il legale, coinvolge politici delle ultime 4  giunte della Regione, fra i quali anche Ceriscioli, il precedente Spacca, oltre ad alcuni ex vertici di Aerdorica fra i quali l’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi e alcuni membri del collegio sindacale e di Enac. «Ci auguriamo che cambieranno le cose, ma noi saremo li senza far sconto a nessuno» spiega il legale nel plaudire alla Magistratura che sta facendo «una indagine ad ampio raggio». Talacchia e Canafoglia chiedono discontinuità rispetto alle passate gestioni e notizie sul piano industriale, oltre che «sui fondi che la regione doveva versare (3 milioni di euro ogni 3 anni».

Inoltre Ugl e Canafolgia evidenziano che l’Aeroporto è una infrastruttura essenziale per le Marche e per il suo sistema produttivo – turistico con un dall’indotto «valutabile sui 250 milioni di euro annui e lo stato di crisi in cui da tempo versa è un danno enorme per tutti. Grave è il “silenzio assordante” che ha ne permeato per oltre 10 anni».

Oggi in Aerdorica, andata in concordato preventivo per evitare il fallimento, è subentrato quale socio di maggioranza il Fondo inglese Njord Partners.

Ma i dipendenti chiedono anche alla Regione di fare la sua parte e di rispettare gli accordi intercorsi con il Fondo inglese Njord Partners. «Non sono più disponibili ad essere considerati “carne da macello”» osservano Canafoglia e Talacchia nel sottolineare la necessità di salvare il destino occupazionale delle famiglie che sono dietro a queste 23 persone a rischio licenziamento.

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