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App Immuni fa il pieno di download. Ecco come funziona

Marche, Puglia, Abruzzo e Liguria sono le regioni pilota in cui è partita la sperimentazione dell'applicazione di tracciamento. Cosa ne pensano le persone? E gli esperti? Ecco cosa ci hanno detto

Immuni

ANCONA – Marche, Puglia, Abruzzo e Liguria. Sono queste le regioni pilota dove dal 1 giugno è partita la sperimentazione di Immuni, l’app per il tracciamento dei contagi che consente di sapere se si è stati a contatto con una persona positiva al coronavirus. Ed è giù subito un successo dal momento che ad oggi è l’app più scaricata sia su play store di Google che su Apple store, con gli oltre 500mila download in sole 24 ore.

Il senatore Mauro Coltorti

«L’app immuni è la più scaricata perché le persone si rendono conto che è stata fatta per la loro salute e per attivare delle procedure di prevenzione da futuri contagi – commenta il senatore marchigiano Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori pubblici, trasporti e telecomunicazioni del Senato, la cui app rientra proprio nell’ambito del settore telecomunicazioni -. Dobbiamo combattere l’epidemia in tutti i modi possibili e la gente si fida che il governo non metterà queste informazioni in mano a chicchessia. Le informazioni sono e saranno riservate e verranno distrutte alla fine del contagio. Nel frattempo poter sapere che si è stati a contatto con persone che hanno il virus permetterà di prendere misure di salvaguardia per se stessi, i propri cari ed il prossimo».

Il presidente regionale Luca Ceriscioli

«Ora abbiamo un’arma in più per fronteggiare il Covid e per contenere il virus – dichiara il presidente regionale Luca Ceriscioli– e per questo le Marche hanno aderito volentieri alla fase sperimentale. L’app Immuni è un ulteriore strumento a nostra disposizione: nessuno saprà dove siamo, cosa facciamo o come ci chiamiamo, ma l’app potrà informarci immediatamente se siamo entrati in contatto con una persona positiva, e ci consentirà di seguire subito i necessari percorsi di sicurezza sanitaria. Quindi l’invito a tutti è quello di scaricare l’app e di attivare il bluetooth del proprio cellulare». 

L’app, il cui uso è volontario anche se caldeggiato per garantire l’efficacia di quella che si pone come una misura destinata a stroncare sul nascere qualunque recrudescenza del virus, può essere scaricata sia sui dispositivi iPhone che Android dal play store Android e dall’Apple store per i dispositivi iOS. 

Il download di Immuni su play store

Il parere dell’esperto
«L’app è ancora agli albori – spiega Maurizio Minossi, ingegnere elettronico, fondatore e presidente di Itworks e amministratore delegato di Videoworks -, spesso ieri sono usciti messaggi di fuori copertura, probabilmente problemi dei server in fase di partenza. Tecnicamente fa il suo lavoro, che non è neanche troppo complicato, ma il problema è: se oggi si ha una giornata di 10 appuntamenti di lavoro e arriva la notifica, poi le persone staranno veramente a casa?».

Immagine tratta da https://www.superyachtnews.com/business/videoworks-welcomes-new-ceo-and-looks-towards-future
Maurizio Minossi, fondatore e presidente di Itworks e amministratore delegato di Videoworks (Immagine da www.superyachtnews.com)

Secondo l’esperto è «semplice da scaricare» e «consigliata per senso civico – osserva Minossi – perché notifica se si è entrati in contatto a meno di 10 metri da un covid positivo e quindi è uno strumento che, su larga diffusione, è utile». E sul fronte della privacy? «Non è garantita al 100% ma sicuramente è a livello superiore di chi usa un qualsiasi social».

Domenico Ursino. docente di Programmazione mobile e data science all’Università Politecnica delle Marche

Secondo il professor Domenico Ursino, docente di Programmazione mobile e data science all’Università Politecnica delle Marche il dubbio sull’app è quello circa la sua reale «efficacia dal momento che è tutto lasciato alla buona volontà delle persone». Infatti secondo il docente «la persona venuta a contatto con un positivo» e che dunque riceve la notifica «può anche decidere di non avvisare medico». Insomma secondo Ursino da questo punto di vista di privacy ce n’è anche troppa.

Come funziona? In pratica avvisa con una notifica quando si è entrati in contatto con una persona positiva al virus e poi, con la collaborazione dell’utente che l’ha installata, permette all’autorità sanitaria di monitorare quello che potrebbe essere un possibile contagio scaturito proprio dalla vicinanza inconsapevole con una persona contagiata, incontrata magari per caso in strada, al lavoro o al supermercato. L’app funziona tenendo il Bluetooth acceso e tramite un Id temporaneo (codice), che varia spesso e viene scambiato proprio attraverso il Bluetooth con i dispositivi vicini. Il cellulare poi conserva in memoria, in forma di codici anonimi crittografati, i dati di altri cellulari con cui è entrato in contatto via bluetooth. In pratica quando una persona che ha scaricato Immuni risulta positiva al virus, gli operatori sanitari gli forniscono un codice di autorizzazione con il quale questi può scaricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo. I cellulari con l’app prendono a intervalli regolari dal server i codici dei contagiati e se tra quelli della propria memoria riconosce un codice di un contagiato scatta la notifica all’utente.

Quando viene considerato rischioso un contatto? Viene considerato rischioso se c’è stata una vicinanza a meno di 2 metri di distanza per alcuni minuti di tempo. In questo caso parte parte il messaggio di notifica che invita l’utente ad adottare alcune regole di comportamento, come contattare il proprio medico di famiglia o il pediatra, questi a loro volta contatteranno il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale. Al momento Immuni può essere scaricata solo nelle regioni pilota, ma tra il 7 e il 10 giugno avverrà il debutto su scala nazionale.

Immuni

Fra i punti più critici sollevati nei confronti dell’app quella della privacy, ma dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione fanno sapere che viene escluso l’approccio basato sul Gps (sistema di posizionamento globale) che sarebbe stata invasiva. In pratica funziona senza seguire gli spostamenti, senza conoscere l’identità della persona che la installa sul proprio cellulare, o quella delle persone con cui si entra in contatto. Per l’assistenza tecnica è attivo il numero verde nazionale 800 912 491 (tutti i giorni dalle 7 alle 22).

Qui Puglia. «La scaricherò perché è giusto per dare una mano allo Stato Italiano nel fronteggiare l’emergenza coronavirus – spiega Gaetano Serviddio, consulente assicurativo di Bari -. Il problema della privacy è relativo dal momento che con Facebook, Twitter e Linkedin i nostri dati girano già. Ritengo – prosegue – che l’app sia utile per stroncare eventuali focolai e anche per informare i cittadini su come devono comportarsi in caso di contagio. È uno strumento utile anche per tutelare in maniera reale le persone che ci circondano. Scaricherò Immuni entro il fine settimana e anche mia moglie lo farà, vogliamo dare il nostro contributo». 

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