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Giorno della Memoria, Latini: «Le storie per percepire sentimenti e disperazione». Acquaroli: «Dovere parlarne con i giovani»

Seduta aperta del Consiglio regionale dedicata alla celebrazione del Giorno della Memoria. Presentati i lavori degli studenti

Gli studenti in Aula

ANCONA – Seduta aperta del Consiglio regionale per celebrare il Giorno della Memoria. In Aula erano presenti gli studenti di sei scuole marchigiane vincitrici del concorso del Miur ‘I giovani ricordano la Shoah’, i quali hanno presentato i loro lavori sul tema, insieme al rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, alla presidente della comunità ebraica di Ancona Manuela Russi e al rappresentante dell’Istituto Storia Marche Marco Labbate (ricercatore Uniurb).

Il presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini nel suo intervento ha voluto ricordare le parole di Primo Levi evidenziando che «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare». Latini ha rimarcato che «attraverso tutti i suoi apparati, la fabbrica della morte del Terzo Reich portò allo sterminio fisico di circa 15 milioni di persone considerate inferiori e indesiderabili per motivi razziali e politici».

Inoltre ha ricordato l’appello di Liliana Segre in occasione del suo intervento nell’Aula del Senato il 18 gennaio, nel quale ha sottolineato che i viaggi della Memoria «non sono gite» e che ad Auschwitz si va in silenzio, con vestiti adeguati come in un santuario, in un modo civile, religioso, nostalgico e magari avendo saltato la colazione del mattino.

Secondo il presidente dell’Assemblea Legislativa è importante «narrare le storie delle persone, percepire i loro sentimenti, il dolore e la disperazione» e tra queste ha ricordato la storia vissuta dalla donna polacca Gena Turgel, la cosiddetta ‘Sposa di Belsen’ che ebbe anche occasione di conoscere Anna Frank. In giovane età (16 anni) Gena Turgel riuscì a sopravvivere a quattro campi di concentramento e alla camera a gas, successivamente quando il campo di sterminio di Bergen-Belsen fu liberato dagli inglesi conobbe l’ufficiale dell’esercito, Norman Turgel, che divenne suo marito e dal quale ebbe tre figli. Gena Turgel visse fino a 95 anni ed ebbe otto nipoti.

Una storia, quella scelta da Latini, come «segno di speranza, di rinascita e di come, anche di fronte alla disperazione assoluta, la vita riserva sempre gioie inaspettate e la forza dell’amore supera anche la miseria umana. L’ho voluta narrare per riaffermare che tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti, come sancito dalla Dichiarazione universale sugli stessi diritti umani».

Gli studenti in Aula

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti ha sottolineato il «dovere etico della celebrazione del Giorno della Memoria e l’importanza di tenere viva la Memoria storica della tragicità di certi eventi, di trasmettere valore della Memoria che si pone come argine a ogni rovina morale e spirituale dei nostri ragazzi». La memoria «degli errori e orrori ci guida come popolo verso il futuro», ha aggiunto Filisetti ricordando anche gli avvenimenti che precedettero e seguirono l’entrata delle truppe russe del campo di concentramento di Auschwitz il 27 gennaio del 1945, data scelta per il Giorno della Memoria.

Parlando di una «tragedia spaventosa», il direttore dell’Ufficio scolastico regionale ha ricordato «con commozione» gli uomini, le donne e i bambini morti e i migliaia di militari italiani imprigionati. Poi ha rivolto un invito agli studenti, ad «essere coraggiosi per costruire nella comunità dei popoli una pace fondata sulla giustizia» un «impegno particolarmente gravoso che necessita del coraggio che i ragazzi sappiamo hanno». Infine ha ricordato «il dovere della memoria e l’impegno al coraggio perché tragedie non si ripetano e a mantenere tra i popoli una pace giusta e rispettosa per ciascun popolo».

Toccante il momento della presentazione dei lavori degli studenti delle scuole (video, disegni, musica e immagini): presenti le primarie dell’Istituto Comprensivo Castel Di Lama 1 (Ascoli Piceno), con le classi 5 A e 5B, che hanno presentato il lavoro “Sali in sella … Non restare solo a guardare”: l’Istituto Comprensivo di Montegranaro (Fermo), classe 5A, con “Percorso educativo-didattico per il Giorno della Memoria”; le secondarie di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Enrico Medi” di Porto Recanati (Macerata), con il progetto “Documentario su Auschwitz, per non dimenticare” che ha coinvolto le cinque terze classi, e il Comprensivo “Giuseppe Mazzini” di Castelfidardo (Ancona) con “Sonderkommando – Memoria di un sopravvissuto” della classe 3B; gli studenti delle secondarie di secondo grado l’Istituto superiore Savoia Benincasa di Ancona, con il sito “La Shoah nelle Marche” costruito dalla 4D Scientifico, come fonte di consultazione per conoscere la Shoah nelle Marche, documenti e testimonianze di ogni provincia, il Liceo Rinaldini con l’elaborato “Fa’ o Signore che io non divenga fumo” prodotto dalle quinte M, G e H e dal coro dell’Istituto.

Protagonisti delle storie presentate dai ragazzi, il campione del ciclismo Gino Bartali, la giornalista sopravvissuta allo sterminio Edith Bruck, lo scrittore superstite Shlomo Venezia. Prima delle conclusioni del Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli, sono intervenuti Matilde Della Fornace (Anpi Marche), Silvana Giaccaglia, Presidente Anmig (Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra), Marco Labbate (Istituto Storia Marche) e Clara Ferranti della Rete universitaria per il “Giorno della Memoria. Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha ricordato che «il valore attivo della memoria serve a non dimenticare tragici e inaccettabili fatti del passato e ci ricorda il dovere di parlare con i giovani».

Il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni ha spiegato che per evitare rischi di ritualizzazione e banalizzazione della Celebrazione del Giorno della Memoria «dobbiamo trovare ogni volta una misura corretta per celebrarla». Elogiando i lavori degli studenti ha rimarcato che «quello che è stato fatto in quest’aula con l’intervento dei ragazzi, e tutti gli interventi che ci sono stati, sono state messi in evidenza vari aspetti del problema e identificate delle linee che ci portano fuori dalla banalizzazione».

Riferendosi alle parole della senatrice Liliana Segre, ha spiegato che «ha segnalato la preoccupazione di quello che succederà con questa Memoria con il passare del tempo, quando personaggi come lei, a cui auguriamo lunghissima vita, non potranno più testimoniare e anche sul senso generale di questa giornata che è estremamente importante ma ha dei rischi di ritualizzazione e banalizzazione. Dobbiamo trovare ogni volta una misura corretta per celebrarla».,

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