Ancona-Osimo

Geo Barents, concluso lo sbarco. Scambio di «ciao» tra migranti ed equipaggio di Medici Senza Frontiere

Concluso dopo circa sei ore lo sbarco dei migranti dalla Geo Barents. Il racconto della lunga mattinata conclusa con il caloroso e commosso scambio di saluti tra migranti ed equipaggio

Il saluto dei migranti alla nave e al suo equipaggio

ANCONA – Si sono diretti verso i pullman avvolti nelle coperte termiche e con le braccia e il capo rivolti verso l’alto per salutare l’equipaggio della nave di Medici Senza Frontiere, i migranti sbarcati oggi al porto di Ancona. Si sono concluse alle 14:00 le operazioni di sbarco dei 73 migranti a bordo della Geo Barents, operazioni che hanno richiesto circa 6 ore (la nave era arrivata intorno alle 08:00 di questa mattina), tra accertamenti medici, test Covid, consegna di abiti, calzature, cibo e bevande, e identificazione e censimento. I primi a scendere dalla nave sono stati i minori non accompagnati.

Prima di salire sul pullman che li condurrà nei Cas in Lombardia, i migranti, hanno voluto salutare gli uomini e le donne a bordo della Geo Barents, con i quali hanno condiviso un viaggio di sei giorni prima di poter toccare finalmente terra ad Ancona. Un caloroso e commosso «ciao», quello dei migranti, al quale hanno risposto emozionati anche i membri dell’equipaggio. I 18 minori non accompagnati sono stati trasferiti al Cas di Senigallia.

Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere

Il capomissione di Medici Senza Frontiere Jaun Matias Gil, ha dichiarato: «Abbiamo fatto 1.500 chilometri» per arrivare al porto di Ancona, rimarcando che si tratta di una destinazione che «va contro il diritto internazionale, che prevede l’assegnazione di un porto sicuro il più vicino possibile» rispetto al luogo di salvataggio e che significa «strumentalizzare» i migranti e il ruolo delle Ong.

Lo sbarco dei migranti dalla Geo Barents

«Mettiamo le persone al centro del dibattito. Arrivare fin qui è stato estendere la sofferenza delle persone» ha detto, aggiungendo «speriamo di non tornare più ad Ancona. Ringrazio le autorità locali per quanto stanno facendo, ma continueremo a spingere per sbarcare nel porto più vicino». Gil ha raccontato che «anche l’equipaggio e chi è abituato al mare» durante il viaggio in mare con condizioni meteo critiche «è stato molto male», ecco perché la richiesta di «riconsiderare» la scelta di porti lontano dalle aree di salvataggio.

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale Vincenzo Garofalo

«Siamo contenti per come stanno andando le operazioni» ha detto oggi il prefetto di Ancona, Darco Pellos, lasciando la banchina 22 del porto di Ancona al fianco del Questore Cesare Capocasa. Presente in banchina anche il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Vincenzo Garofalo, ha evidenziato riferendosi alla macchina organizzativa messa in campo, che «un sistema che funziona non può che essere considerato. Dipende dall’evoluzione di questo fenomeno che va ben oltre l’accoglienza a terra».

«Stiamo valutando di lasciare tutto ciò che non confligge con l’attività del porto, per rispondere ad una eventuale nuova emergenza» ha detto precisando: «Non sta a me dire se questa è una rotta del futuro, non me lo sono posto come problema. Questa implicazione ha anche una relazione con clima e meteo». In ogni caso «la gestione di questi due eventi (sbarco della Ocean Viking e della Geo Barents, ndr), coordinata dalla Prefettura (di Ancona, ndr), è stata ben pianificata: non si è lavorato in emergenza ed ha portato a un risultato soddisfacente». «Ognuno ha lavorato senza stress temporale – ha concluso -, per arrivare al giusto risultato finale».

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