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Epatiti acute nei bambini, Giacometti: «Al momento nessun legame con il covid o i vaccini anti-covid». Ecco i sintomi “spia”

Intervista al primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette sui casi di epatite acuta nei bambini, segnalati in Italia nelle ultime settimane. I sintomi a cui prestare attenzione

ANCONA – Sta creando una certa apprensione fra le famiglie la notizia dei casi di sospette epatiti acute nei bambini. Da precisare che «nelle Marche al momento non c’è un caso accertato» nella fascia pediatrica. Lo si apprende da fonti regionali. Nelle ultime settimane sono diversi i casi sospetti o accertati, segnalati in Italia e nel mondo. Nel nostro paese è stata attivata la rete nazionale di sorveglianza.

«Nessun caso per ora, sospetto o accertato» anche al Pronto Soccorso dell’ospedale Salesi di Ancona, come conferma la responsabile Elisabetta Fabiani. Quelli registrati ad oggi nel paese, così come anche fuori dall’Italia, sono casi acuti di origine per ora “misteriosa” che secondo gli esperti non sarebbero collegati ai virus tipici legati solitamente a questa condizione, ovvero i virus dell’epatite A, B, C, D ed E. Casi che solitamente finiscono nei reparti di malattie infettive, dopo l’accesso in Pronto Soccorso.

Andrea Giacometti, primario Clinica Malattie Infettive Torrette

Quale potrebbe essere la causa? Lo abbiamo chiesto all’infettivologo Andrea Giacometti
«Non è ancora chiaro quale potrebbe essere la causa. In effetti in base alle analisi effettuate si tende ad escludere i 5 virus epatotropi maggiori (A, B, C, D ed E). Qualcuno ipotizza un Adenovirus mutato, poiché in circa la metà dei casi sono stati isolati Adenovirus, ma anche questa ipotesi non è confermata. Altri pensano a sostanze tossiche con le quali i bimbi sarebbero venuti a contatto (soprattutto per ingestione) ma anche questa ipotesi non ha trovato conferma».

Intanto però i casi aumentano e, come sottolinea il primario della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona «sono circa 200 i casi segnalati, di cui i primi negli Stati Uniti (Alabama) e poi nel Regno Unito ed infine in altri Stati europei tra i quali l’Italia. Da noi le segnalazioni (in Italia) sono più di una decina, però non è detto che tutte siano correlate a questa nuova epatite acuta. In queste situazioni, a causa di un certo allarmismo, si tende a segnalare anche casi che poi si rivelano di altra origine».

Quali sono i sintomi che possono far sospettare una epatite nei bambini e quindi richiedere una attenzione da parte delle famiglie?
«La sintomatologia è confondente, come quella di tante epatiti, a meno che non compaia subito l’ittero: il bambino lamenta malessere, stanchezza, ci può essere nausea, inappetenza, vomito, diarrea, qualche volta febbre. È ovvio che di fronte a sintomi così generici ogni genitore entra in allarme, però solo gli esami di laboratorio possono confermare un reale interessamento del fegato, soprattutto con l’aumento delle transaminasi».

C’è una qualche correlazione con il covid o con la vaccinazione anti-covid? 
«Al momento non è stato evidenziato alcun legame con il covid e neanche con i vaccini anti-covid, che, peraltro, non sono stati utilizzati nella maggior parte dei casi segnalati, essendo casi pediatrici. Sono d’accordo con i colleghi che suggeriscono prudenza, ossia attendere di avere maggiori informazioni prima di divulgare notizie che possono facilmente essere utilizzate per creare fake news da parte di chi è votato a remare contro. In ogni caso anche da questa situazione, per quanto dolorosa ed in alcuni casi drammatica, dovremmo trarre un qualche insegnamento. Se è emerso un altro virus “strano” la colpa è nostra? Non lo so. Le malattie infettive sono un problema ormai superato? Non credo proprio».

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