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Ematologia Torrette, Pd Marche: «Saltamartini sembra stressato»

Il Pd marchigiano in una nota stampa replica ad alcune dichiarazioni rilasciate dall'assessore alla Sanità dopo la lettera aperta rivolta ai pazienti del reparto da parte dello staff per segnalare una riduzione di posti letto da 12 a 8

L'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, ospedale regionale di Torrette

ANCONA – «La crisi ad Ematologia a Torrette? È Saltamartini che sembra stressato». Così il Pd marchigiano in una nota stampa replica ad alcune dichiarazioni rilasciate ieri ai giornalisti dall’assessore alla Sanità all’evento di inaugurazione della criobanca a Torrette dopo la lettera aperta rivolta ai pazienti del reparto da parte dello staff per segnalare una riduzione di posti letto da 12 a 8.

L’assessore Saltamartini aveva sollecitato un incontro tra il dg di Torrette Gozzini e il primario del reparto Attilio Olivieri nel quale erano state individuate delle soluzioni, secondo i dem si tratta di «una soluzione tampone che impedisce la riduzione drastica dei posti letto; anche se facendo ricorso ad una associazione esterna, questo per ora è comunque un fatto positivo».

«Purtroppo, la risposta al problema data dall’Assessore regionale Saltamartini merita una severa riflessione, perché tradisce, in realtà, una visione sbagliata dei problemi della sanità marchigiana – scrivono nella nota -. Infatti, non è vero che questi problemi dipendano solo da limiti imposti dal livello centrale, peraltro guidato anch’esso dalla destra, ma risentono soprattutto e pesantemente delle scelte di politica sanitaria fatte dalla Giunta regionale delle Marche».

I dem rilevano che «meno di un mese fa la Giunta Acquaroli ha approvato un Piano sociosanitario che su questi problemi cogenti non fa alcun cenno ma, assurdamente, programma di investire solo su poche strutture forse solo per proprio interesse elettorale e comunque fuori da qualsiasi logica e giustizia programmatoria. Aver usato poi per l’avviso degli operatori della clinica l’espressione “Svarione da stress” è a nostro avviso una caduta di tono inaccettabile. Scambiare quasi per isteria la preoccupazione per i propri pazienti da parte di chi è tutti i giorni in prima fila, è segno di una confusione che se personale non può diventare in alcun modo politica. Le parole sono pietre – concludono – e come tali debbono tornare, metaforicamente, indietro se lanciate nella direzione sbagliata».

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