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Dpcm, verso il blocco degli spostamenti. Confartigianato: «Fatturato in calo del 50% nei negozi» 

Il provvedimento che dovrà regolare il periodo delle feste da Natale a Capodanno fa infuriare commercianti e ristoratori penalizzati dalle chiusure e dalla minore propensione a spendere

ANCONA – Blocco degli spostamenti fra regioni anche in zona gialla dal 20 dicembre al 6 gennaio. Il nuovo Dpcm che dovrà regolare il periodo delle feste sarà firmato dal premier Conte il 3 dicembre, ma intanto va avanti il pressing delle Regioni per ottenere misure più soft. Oltre a chiedere l’apertura degli impianti da sci, alcuni enti stanno premendo per scongiurare il divieto di spostamento e per allentare il coprifuoco, portandolo alle 24 almeno per il giorno di Natale e Capodanno.

Sul tavolo poi una serie di deroghe, tra le quali quella di trascorrere il Natale con i genitori anziani, di permettere di raggiungere le seconde case anche se fuori regione, di consentire agli studenti di tornare a casa per le vacanze e poi il ricongiungimento familiare tra coniugi e conviventi. La linea del governo sul fronte delle seconde case però sembra essere quella “dura” con spostamenti consentiti solo prima dell’entrata in vigore del divieto, ovvero dal 20 dicembre. Le altre invece potrebbero essere concesse. Chi rientra dall’estero dovrà restare in quarantena.

Per quanto riguarda le feste, la raccomandazione è quella di trascorrerle con i parenti stretti, al massimo con 6 – 8 persone, divieto di organizzare feste in luoghi pubblici o privati. A Natale niente pranzo al ristorante: le attività in zona gialla dovranno restare chiuse a pranzo sia a Natale che a Santo Stefano. Addio anche alla tradizione della messa di mezzanotte, almeno per quest’anno: la messa alle 24 con il coprifuoco alle 22, non è possibile, quindi le parrocchie si stanno organizzando per anticipare la celebrazione alle 21 o alle 22 e prenotando la messa.

Intanto però una bozza dell’Unione Europea chiede di valutare il divieto di celebrare la messa a Natale per evitare assembramenti: secondo la commissione europea può essere sostituita dalle celebrazioni in tv, online o in radio.

Graziano Sabbatini, presidente Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino

Un provvedimento che scontenta ristoratori ed esercenti, stremati da chiusure e calo del giro di affari. «Non si comprende il senso di queste misure – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Graziano Sabbatini –  sembra che stiamo testando la pazienza degli italiani e dei piccoli imprenditori: vietare la circolazione tra comuni della stessa regione è assurdo, così come tra regioni dello stesso colore».

A far infuriare l’associazione di categoria è anche il blocco dei ristoranti nelle giornate di Natale e Santo Stefano: «Abbiamo sempre chiesto di contingentare ma non bloccare le attività – prosegue – , nonostante bar e ristoranti si siano messi a norma adottando tutti i protocolli, ora improvvisamente non basta più, ma non possiamo chiuderci tutti in casa e tornare al medioevo». Sabbatini evidenzia che oltretutto lasciare aperti i ristoranti per il pranzo di Natale consentirebbe di garantire un maggior controllo sugli assembramenti che diversamente andrebbero a formarsi nelle abitazioni private. Nonostante i centri commerciali potranno restare aperti nei weekend e nei giorni infrasettimanali fino alle 21, le attività commerciali stanno scontando la riduzione del giro di affari per la minore propensione a spendere degli italiani e sono in «forte sofferenza, gli incassi sono scesi del 50% e a risentire più di tutti è il settore abbigliamento».

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