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Distretto regionale del biologico, bando da 100mila euro. Carloni: «Grande volano per l’economia»

L'assessore regionale all'Agricoltura ha annunciato che la Regione Marche sta lavorando all'ambizioso progetto che mette in rete tutti i produttori del territorio

Mirco Carloni

ANCONA – Realizzare un distretto unico regionale del biologico che metta in rete tutti i produttori presenti sul territorio regionale. È l’ambizioso progetto a cui sta lavorando l’assessore regionale all’Agricoltura Mirco Carloni, illustrato questa mattina a Palazzo Raffaello nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il dirigente del servizio agricoltura Lorenzo Bisogni e Francesca Severini.

Una iniziativa che una volta concretizzata consegnerà alle Marche il primato nazionale di distretto del biologico più grande d’Italia grazie alla realizzazione di una filiera dei produttori. E i numeri ci sono già tutti come ha evidenziato l’assessore regionale: le Marche contano infatti nel 2019 3.918 (3.126 produttori, 283 preparatori, 10 importatori e 499 produttori-preparatori) operanti nella produzione agroalimentare bio, un 10% sul totale, e in crescita del 32% rispetto all’anno precedente. I cereali la fanno da padroni, seguiti da vite, ortaggi, frutta e olivo.

Se in Italia la tendenza al consumo di prodotti biologici segna un +4%, nella nostra regione la preferenza per questo tipo di cibo registra un +7%, un trend in crescita, come ha spiegato Carloni non solo nella tendenza dei produttori ad orientarsi verso il bio che nelle Marche registra un +32,1%, la più elevata in Italia, ma anche dei consumatori a preferire quei prodotti agroalimentari coltivati in maniera rispettosa dell’ambiente e anche della salute.

Da sinistra Bisogni, Carloni e Severini

«Il biologico è un patrimonio della regione che arriva dal passato – ha dichiarato Mirco Carloni – da generazioni di agricoltori che hanno saputo tutelate le biodiversità, coniugando l’attività agricola alla cultura del rispetto per l’ambiente». Inoltre l’assessore ha sottolineato che il bio rappresenta «un grande volano per la nostra economia», una «grande opportunità» che può diventare «motore trainante anche per il settore del turismo».

Carloni ha affermato l’importanza di puntare sullo story-telling, ovvero sulla narrazione delle eccellenze della Regione Marche dove la tradizione degli agricoltori verso il bio può essere una chiave di volta per posizionare il territorio marchigiano sul filone del turismo biologico che sta riscuotendo sempre maggiori consensi, grazie ad una accresciuta consapevolezza verso il tema della sostenibilità e una maggiore ricerca della naturalità. Insomma una occasione da non farsi sfuggire che la Regione intende cavalcare.

Per questo la Regione emanerà un bando da 100mila euro che uscirà dopo l’estate con l’obiettivo di sostenere e dare avvio alla costituzione del distretto del cibo biologico. In ballo ci sono anche le risorse europee: per il 2021 sono previsti 25milioni di euro per le aziende che producono biologico e altri 18milioni di euro per le filiere di qualità e per la promozione della commercializzazione dei prodotti locali bio.

La Giunta ha stilato un calendario di cinque incontri divulgativi, uno per provincia, per ascoltare le istanze provenienti dalle diverse aree del territorio, ognuna delle quali ha peculiarità e produzioni differenti. Ad essere toccate saranno Jesi, Montegiorgio, Castelraimondo, Montalto delle Marche, Mombaroccio. Gli incontri si terranno dal 23 febbraio al 4 marzo.

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