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Disposto dissequestro di mascherine, il Tribunale del Riesame di Ancona dà ragione all’azienda

I dispositivi di protezione erano stati prelevati dalle Fiamme gialle di Falconara in un'azienda con sede a Camerata Picena. Il legale Ricci: «Non c'erano irregolarità né intenti speculativi»

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ANCONA – È stato disposto questa mattina dal Tribunale del Riesame di Ancona il dissequestro di oltre 200mila mascherine prelevate nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Falconara Marittima nell’ambito di una operazione che si è snodata a livello nazionale coinvolgendo 10 regioni e 31 province italiane. Nelle Marche il provvedimento di sequestro era stato eseguito in una azienda con sede a Camerata Picena, la Elio c4, dove le Fiamme gialle avevano requisito 227 mila mascherine perché accompagnate dalla marcatura “Ce”, rilasciata da un ente certificatore cinese.

Ma il legale di fiducia dell’azienda, Massimiliano Ricci, aveva subito presentato ricorso verso il provvedimento, forte della correttezza e della buona fede dell’impresa che si era distinta anche per donazioni verso enti pubblici, ai quali in piena fase emergenziale aveva donato mascherine all’epoca introvabili. E proprio questa mattina il Tribunale del Riesame di Ancona ha accolto il ricorso e disposto il dissequestro di oltre 200 mila mascherine dell’azienda di Camerata Picena.

«Avevamo molta fiducia che la tesi difensiva venisse accolta» spiega il legale, nel precisare che solo una quota residuale di mascherine, circa 27mila, aveva la marcatura Ce, queste però «sono state inviate alla valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità che sta verificando, in base alla normativa in deroga prevista dal Decreto Cura Italia, se possono essere immesse sul mercato come dispositivi medici».

«Non c’erano irregolarità né intenti speculativi da parte della proprietà dell’azienda – assicura l’avvocato Ricci – come dimostrano le numerose donazioni fatte nei confronti di enti pubblici e il comportamento adottato nel rispetto della normativa in deroga emanata dal Governo a seguito dell’emergenza Covid-19».

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