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“Io resto a casa”: ecco cosa cambia con il decreto contro il Coronavirus

Estese da questa mattina le misure restrittive a tutto il Paese fino al 3 aprile. Quali sono i luoghi che ancora possiamo frequentare e in che modo? Tutto quello che c'è da sapere

ANCONA – Posso andare a fare la spesa o a pranzo dai miei familiari?. Oppure uscire dal mio comune di residenza per fare una passeggiata all’aria aperta, portando magari i bambini? Sono solo alcuni degli interrogativi che si stanno ponendo tante persone all’indomani del decreto battezzato dal premier Giuseppe Conte “Io resto a casa”. Un provvedimento che di fatto ha esteso le misure restrittive applicate alle zone rosse a tutto il resto del Paese, limitando gli spostamenti su tutto il territorio italiano.

Il presidente del Consiglio nel suo discorso alla nazione si è appellato chiedendo agli italiani di modificare fino al 3 aprile le proprie abitudini di vita, ma di fatto cosa cambia? Quali sono i luoghi che ancora possiamo frequentare e in che modo? Inoltre quali sono i comportamenti da adottare durante questa lunga quarantena nella quale sono ammesse solo poche uscite?

A restare in casa dovranno essere gli anziani e le persone immunodepresse o affette da altre patologie, mentre per le altre persone sono vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune di residenza che sono consentiti solo per ragioni di lavoro e di salute anche nelle province rosse come Pesaro Urbino a patto di avere con sé l’autocertificazione nella quale si dichiarano sotto la propria responsabilità le ragioni comprovate dello spostamento. Ammessi gli spostamenti anche per stato di necessità come ad esempio per acquistare farmaci o alimenti introvabili nel proprio Comune.

Spostamenti consentiti per la spesa alimentare nei negozi, supermercati e mercati rionali che restano regolarmente aperti, anche se vanno frequentati rispettando le normali precauzioni e distanze di sicurezza per evitare la diffusione del contagio. I centri commerciali invece dovranno restare chiusi nel weekend per evitare che si generino assembramenti.
Aperte aziende e imprese alle quali però è consigliato di organizzarsi dove possibile con lo smart working, limitando al massimo gli spostamenti.

Coronavirus vademecum

È stop alla movida e agli assembramenti nei locali. Bar e ristoranti potranno restare aperti solo fino alle 18 anche se c’è l’obbligo di rispettare la distanza minima di un metro, pena la chiusura. Vietati anche gli assembramenti all’aperto. Cinema, teatri, discoteca e pub restano chiusi così come, musei, scuole di ballo, sale giochi e bingo. Lo stop resta in vigore anche per eventi sociali, congressi e meeting.

Le restrizioni coinvolgono anche il mondo dello sport agonistico costretto a fermarsi fino al 3 aprile, calcio compreso. Palestre e piscine possono restare aperte solo se in grado di garantire il rispetto delle distanze di sicurezza. Consentiti invece gli allenamenti all’aperto come corsa, bicicletta e altre attività motorie. Chiusi tutti gli impianti sciistici del paese.

E se si infrangono le regole?
Chi non si attiene alle prescrizioni è punito con l‘arresto fino a tre mesi e una ammenda fino a 206 euro. Previste pene più gravi per comportamenti che possono mettere a rischio la salute dei cittadini. Divieto assoluto di muoversi da casa per le persone positive al Coronavirus (anche asintomatiche), per chi è in quarantena e per le persone entrate in contatto con un contagiato e per questo in isolamento domiciliare. Chi viola una quarantena rischia di incappare nel reato di delitto colposo contro la salute pubblica.

LE RACCOMANDAZIONI IN CASO DI MALESSERE E FEBBRE
In caso di temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi è necessario restare a casa, riducendo al minimo i contatti sociali. Importante non recarsi negli ambulatori medici o dei pediatri ne al pronto soccorso, ma chiamare il medico o il numero verde regionale 800936677 attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20.

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