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Dad al 100% alle superiori, Gargamelli (Cgil): «Una ordinanza sbagliata e nei fatti inapplicabile»

La segretaria regionale Flc Cgil protesta contro l'ordinanza annunciata dalla Giunta, in vigore dal 3 novembre, che lascerà le lezioni in presenza solo per gli studenti con bisogni educativi speciali e per chi non ha una connessione Internet a casa

ANCONA -«Una ordinanza sbagliata e nei fatti inapplicabile». Lilly Gargamelli, segretaria regionale Fl Cgil definisce in questo modo l’ordinanza del governatore Francesco Acquaroli che da martedì 3 novembre porta la didattica a distanza al 100% per gli istituti secondari di secondo grado, lasciando le lezioni in presenza solo per gli studenti con bisogni educativi speciali (bes) e diversamente abili, per chi non ha una connessione Internet nella propria abitazione e consentendo le attività di laboratorio.

Una corsa contro il tempo secondo il sindacato: «Entro il 3 le scuole dovranno interloquire con il sistema dei trasporti, modificare l’utilizzo dei locali di laboratorio, coordinarsi con le altre scuole per la gestione dei docenti in comune – spiega Lilly Gargamelli – . Si è lavorato per mesi per garantire l’alternanza tra attività in presenza e quella a distanza per assicurare distanziamento, sicurezza sanitaria, gestione oculata dei sistemi di trasporto e adesso in un giorno nuovamente le scuole, che sempre hanno dimostrato collaborazione e capacità di resilienza, devono fare il miracolo».

La sindacalista pone l’accento sulla questione del trasporto pubblico, chiedendo di «implementare il numero dei mezzi» per ridurre il rischio di contagio, «perché a scuola la sicurezza è garantita lo ha affermato lo stesso direttore dell’ufficio scolastico regionale».

«Siamo consapevoli – spiega – del preoccupante andamento della curva epidemica ma siamo altrettanto consci degli effetti di esclusione dal diritto allo studio» che secondo Lilly Gargamelli, con il ricorso totale alla didattica a distanza, andrebbe ad impattare sulla formazione degli studenti «sommandosi ai ritardi nell’apprendimento già cumulati e che abbiamo più volte evidenziato».

Secondo la sindacalista la strategia dovrebbe puntare alla convivenza con il virus ancora per qualche tempo. «È quindi opportuno pensare ad una organizzazione della scuola che garantisca nel tempo vera didattica».
Insomma per la Gargamelli è necessario che il sistema scuola «venga salvaguardato». «Se il tema è individuare e bloccare sul nascere i focolai – spiega – si agisca ampliando i punti di controllo magari anche presso le scuole. Se il tema è evitare sovraccarichi sul servizio sanitario si faccia una campagna a favore dei vaccini antinfluenzali per il personale scolastico e gli studenti».

La sindacalista esprime preoccupazione «per la ricaduta sulle studentesse e sugli studenti di un ritorno ad una scuola in dad dopo la chiusura delle scuole dal 26 febbraio: grande sarà il contraccolpo psicologico e grave la ricaduta in termini di apprendimento. Sappiamo che la dad, oggi didattica digitale integrata, non ha raggiunto durante il lockdown tutti gli studenti.
I dirigenti scolastici, il personale Docente e non docente hanno fatto miracoli per riportare le ragazze e i ragazzi a scuola in presenza. Già ora la scuola secondaria superiore adotta in maggioranza ddi e scuola in presenza».

Infine l’accento va sulle attività laboratoriali e sugli studenti con bes: «Oltre che per gli istituti tecnici e professionali per i quali i laboratori risultano insostituibili come faranno i licei musicali, coreutici, musicali e artistici? L’educazione fisica è considerata attività laboratoriale? Gli alunni con bisogni educativi speciali e gli studenti diversamente abili saranno quindi gli unici a rimanere in classe senza i propri compagni? Come si organizza tutto?».

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