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Crisi di governo, Acquaroli su appello pro Draghi: «Chi ha ruolo istituzionale non dovrebbe scendere nell’agone politico»

Il governatore alla vigilia dell'intervento di Draghi in Parlamento ha rimarcato la sua posizione sull'appello rivolto dai sindaci al premier a restare al suo posto

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche

ANCONA – «Fare un appello che va ad entrare nelle dinamiche del Parlamento credo sia assolutamente sbagliato e fuori dal nostro ruolo». Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha risposto così hai giornalisti che a margine del consiglio regionale gli chiedevano conto della sua posizione dopo il rifiuto di rispondere all’appello rivolto al premier Draghi, da alcuni sindaci italiani, a restare al suo ‘posto’ per ricomporre la crisi di governo.

Il governatore nei giorni scorsi, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, era intervenuto sulla questione, come i ‘colleghi’ dell’Abruzzo Marco Marsilio (Fratelli d’Italia) e della Sicilia Nello Musumeci (centrodestra). Alla vigilia delle comunicazioni che Draghi renderà domani prima al Senato e poi alla Camera, Acquaroli ha puntualizzato «abbiamo detto che non rispondevamo all’appello che voleva chiedere a Draghi di restare a Palazzo Chigi».

Secondo il presidente delle Marche «nella filiera istituzionale ognuno ha il suo ruolo e chiamandosi, appunto, istituzionale, deve rispondere a tutti i cittadini: ritengo fondamentale che ci sia un rispetto dei vari livelli e soprattutto che sia lasciato al Parlamento il suo ruolo, quello di decidere come e per chi votare al governo della nostra Nazione».

Sull’appello sottoscritto da circa 1.500 sindaci, Acquaroli ha sottolineato che in Italia ci sono «oltre 8mila Comuni. Credo sia molto importante rispondere a tutti i cittadini. Quando si ricopre un ruolo istituzionale non si dovrebbe scendere nell’agone politico in questa maniera».

«Devo rappresentare tutti – conclude – , per farlo credo sia importante rispondere al ruolo che mi è stato attribuito e non scendere nell’agone politico. Poi è chiaro che ho una mia idea ma fare un appello che va ad entrare nelle dinamiche del Parlamento credo sia assolutamente sbagliato e fuori dal nostro ruolo».

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