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L’università ai tempi del Coronavirus non si ferma, ma è «perso il contatto diretto con le persone» – VIDEO

Tra videoconferenze, lezioni online e tesi a distanza, la didattica digitale è decollata fra pro e contro. Abbiamo raccolto il parere degli studenti e dei docenti su come stanno affrontando questa fase. Ecco cosa ci hanno raccontato

Università Politecnica delle Marche

ANCONA – Discutono le lauree in videoconferenza e seguono le lezioni online. L’epidemia di Coronavirus, se da un lato non ha fermato le università che si sono riorganizzate potenziando l’e-learning, dall’altro ha stravolto la vita a studenti e professori che, armati di webcam, sono entrati nella spirale della didattica a distanza. Una risorsa finora rimasta inutilizzata,  ma che tra pregi e difetti è decollata, nonostante alcune inevitabili difficoltà dovute in parte al fatto che non tutti hanno una connessione Internet a casa e chi ce l’ha ha scontato una sorta di assestamento iniziale.
Ma intanto, fra audio e video che saltano e la rete che a volte va in tilt, si va comunque avanti e così dovrà essere ancora per molti mesi, visto che secondo il Ministro dell’Istruzione fino a settembre non se ne parla proprio di riaprire scuole ed università.

Ma come stanno vivendo i ragazzi questa esperienza? In questo video il racconto di tre di loro:

A lasciare l’amaro in bocca sono soprattutto le sessioni di Laurea online. «Laurearmi in via telematica mi ha suscitato un grande senso di contrarietà e delusione per l’impossibilità di partecipare fisicamente a quel momento celebrativo così bello e importante per come era nell’immaginario di noi studenti» spiega Edoardo Procicchiani, 25 anni di Jesi, fresco di laurea in International Economics and Business della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Politecnica delle Marche.

Edoardo Procicchiani, 25 anni, neolaureato in Economics and Business presso la Facoltà Politecnica delle Marche

Ma al di là dell’aspetto negativo di non poter festeggiare con famiglia e amici un momento tanto atteso come quello della Laurea, si arriva «meno stressati e più sereni alla discussione della tesi», conclude Edoardo.

Meno complicata, forse, la vita per gli studenti che ancora devono raggiungere l’agognato traguardo. «Non ho trovato molte difficoltà ad adattarmi a questa nuova modalità di svolgimento della didattica online, perché grazie alle lezioni e agli esami si riesce a mantenere un certo ritmo e a non alterare la quotidianità della vita universitaria» spiega Elisa Blasi, studentessa 22enne al primo anno della Magistrale di Ingegneria edile,  indirizzo strutture, dell’Università Politecnica delle Marche.

Elisa Blasi, studentessa del primo anno della Magistrale di Ingegneria edile, Università Politecnica delle Marche

Certo, le criticità ci sono, come l’eccessivo tempo trascorso davanti al pc che, come osserva Elisa «fa perdere il contatto diretto con le persone», ma ci sono anche punti di forza fra i quali l’avere «molto più tempo a disposizione per dedicarsi alla preparazione degli esami».

«La cosa che mi manca maggiormente è andare in aula, interagire con i miei compagni, poter scambiare le nostre opinioni, le nostre idee – afferma Valentina Ferri, 23 anni, studentessa di Lingue per la comunicazione e cooperazione internazionale all’Università degli Studi di Macerata – . Stando in casa ti senti limitata, è dura, ma comunque si va avanti».

Valentina Ferri, 23 anni studentessa di Lingue Lingue per la comunicazione e cooperazione internazionale all’Università degli Studi di Macerata

Un periodo che certamente lascerà un segno nei ragazzi. «La cosa che ricorderò maggiormente – prosegue Valentina – sarà il fatto di svegliarmi alla mattina e vedere quelle belle giornate in cui vorresti semplicemente uscire per una passeggiata, andare al mare a prenderti un caffè con un amico e non puoi farlo. È una sensazione molto brutta». Voglia di cose semplici, di quella normalità che prima davamo per scontata.

E i docenti? Come vivono questa fase? L’esperienza della didattica a distanza ha messo indubbiamente sotto pressione il mondo dei professori universitari che tra presentazioni, slide e video hanno il loro da fare.  «Caricare diapositive o file audio nel sito dell’università non mi soddisfa, ho bisogno di vedere gli studenti, di parlarci» spiega il professor Andrea Giacometti, docente di Malattie Infettive e Pneumologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche.

Andrea Giacometti, professore di Malattie Infettive e Pneumologia presso l’Università Politecnica delle Marche

Se da un lato Giacometti definisce «passabile» la metodica degli esami di profitto, nonostante gli inconvenienti tecnici che si possono verificare, dall’altro osserva che è «un po’ triste la sessione di Laurea» discussa online. «Ho visto che gli studenti si sentivano lontani, separati – conclude -, doveva essere una festa tutti insieme e invece alla fine della discussione c’era un silenzio interrotto solo da qualche applauso dei familiari che erano in camera con loro».

Insomma alla fine dei conti la didattica a distanza è una risorsa, anche se il coro è pressoché unanime fra studenti e docenti: «Ridateci la didattica in presenza»

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