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Coronavirus, Marche: al via test sierologici per forze dell’ordine, militari e vigili del fuoco

Eseguiti finora sul personale sanitario di Torrette, Marche Nord e Asur, sono uno screening preventivo ai tamponi che consente, tramite l'individuazione degli anticorpi, di fare un primo accertamento di positività analizzando una fetta più ampia della popolazione

ANCONA – Saranno estesi a polizia locale, forze dell’ordine, forze armate e vigili del fuoco i test sierologici volti a verificare la positività al Coronavirus. Ad annunciarlo è la Regione Marche che lo ha deciso nel corso della Giunta di ieri.

Si tratta di uno screening sierologico, preventivo ai tamponi, che attraverso la ricerca degli anticorpi riesce ad individuare nel sangue la presenza del virus in tempi rapidi. Ad oggi questo tipo di test è eseguito sul personale sanitario e amministrativo degli Ospedali Riuniti di Ancona, su quello di Marche Nord e dell’Asur.

Una volta accertata la presenza degli anticorpi, la diagnosi andrà confermata con il tampone, ma in questo modo si riesce a testare una fetta più ampia della popolazione bypassando le criticità legate ai tamponi, come la carenza di reagente.

Soddisfatto Alessandro Bufarini, segretario provinciale del Siulp Ancona per «la richiesta accolta da parte della Regione». Bufarini spiega che si erano attivati come sindacato di polizia per estendere il tampone a tutte le forze di polizia, inviando una lettera al presidente regionale Luca Ceriscioli e interessando il Questore di Ancona Giancarlo Pallini per il test sierologico che «ha subito dato la sua massima disponibilità» osserva il segretario del Siulp. «Un passo avanti – conclude –  che tutela non solo le forze di polizia ma anche tutti i cittadini».

Soddisfatti anche Vincenzo Marino, segretario regionale Ugl Polizia Locale e Giuseppe Lisco, segretario regionale di Nsc (Nuovo Sindacato Carabinieri) che avevano sollecitato sulla questione: «Il presidente regionale Luca Ceriscioli ha fatto prevalere il buon senso – commentano – e gli interessi dei marchigiani, in uniforme e non».

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