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Assistenti civici, Clementi liquida la proposta: «Meglio una comunicazione seria rivolta ai ragazzi»

Il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano fa il punto sul virus e la sua diffusione fra la popolazione giovanile

Giovani (Foto tratta da Pixabay)

ANCONA – «Assistenti civici? Meglio una comunicazione seria rivolta ai ragazzi». Cosi il virologo Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano liquida la proposta del governo di reclutare 60mila volontari per far rispettare il distanziamento sociale nei luoghi a rischio di assembramento come quelli  della movida, ma anche le spiagge. Una proposta che non convince affatto il professor Clementi che avanza piuttosto una soluzione diversa proponendo di puntare su «una campagna di comunicazione seria rivolta ai giovani» con l’obiettivo di far comprendere loro che «è importante stare attenti e rispettare le regole».

«I giovani – prosegue – devono avere ancora un pò di pazienza perché una maggiore libertà è stata loro concessa, ma non bisogna dimenticare che il virus sta ancora circolando. In ogni caso non è mandando “spioni” nei locali che si risolve la questione». Permettere agli assistenti civici di intervenire  anche senza dar loro la possibilità di fare multe, secondo il virologo «può far arrabbiare le persone e farle sentire controllate».

Oltre ad essere tornati ad affollare i luoghi della movida spinti da quel bisogno di socialità soffocato nel periodo del lockdown, i giovani sono la fascia della popolazione più colpita dal contagio nelle ultime settimane: il 75% dei nuovi positivi rilevati nelle Marche si collocano infatti fra gli under 35 e non richiedono ricoveri. Perché? «Si tratta per lo più di persone asintomatiche o con pochissimi sintomi – spiega -, oltretutto l’infezione dura molto meno rispetto al passato ed ha una carica virale più bassa. Questo è testimoniato anche dai tamponi dove viene rilevato un quantitativo minore di virus, una evidenza che stiamo documentando con uno studio in uscita a breve».

Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano

Una infezione in forma più leggera dunque, forse proprio per il «maggiore irraggiamento solare. Il virus è sensibile ai raggi ultravioletti, ma superata l’estate potrebbe fare di nuovo la sua comparsa nel periodo autunnale».

Sul fatto se una seconda ondata potrà essere meno aggressiva vista l’attuale evoluzione della malattia, Clementi non si sbilancia: «Non sappiamo ancora quando terminerà l’epidemia, se scomparirà o se andrà incontro ad una forte riduzione, ma è probabile che qualche focolaio possa ripresentarsi». Secondo il virologo sarà fondamentale «identificare subito i nuovi positivi per circoscrivere immediatamente l’infezione. Per questo saranno importanti non tanto gli ospedali, quanto le squadre che agiscono e isolano i pazienti a domicilio».

Proprio in questi giorni la Società Italiana di Pneumologia ha lanciato l’allarme sulle conseguenze del virus parlando di un 30% di persone guarite dal covid-19 che sviluppano danni irreversibili ai polmoni, lei che ne pensa? «È una segnalazione da prendere sul serio, senza spaventare, ma è un aspetto che va indagato e che impegnerà la medicina nei prossimi mesi. Bisognerà vedere se di tratta di un esito permanente o di una condizione destinata a passare con il tempo».

 

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